ROMA – All’apparenza era un software gratuito da scaricare. Niente di più strano, solo che dopo un po’ gli ignari utenti erano bersagliati di richieste di pagamento. In sostanza, decine di migliaia di ignare vittime avevano sottoscritto, Ā loro insaputa, un abbonamento. Per questo motivo il sito www.italia-programmi.net ĆØ stato sequestrato su richiesta della Procura di Milano che indaga per truffa. Per ironia della sorte, una delle vittime ĆØ il presidente della Repubblica. Al Quirinale, dove probabilmente nessuno si ĆØ mai registrato di persona, ĆØ arrivato il sollecito di pagamento dei 96 euro più 8,5 per spese di recupero. Lettera per altro indirizzata direttamente a Napolitano che ha voluto smascherare e rendere pubblico l’imbroglio.
Il meccanismo di questo sito lo spiega il Corriere della Sera: “La societĆ titolare del sito, Estesa Limited, sede formale a Mahe, Seychelles, ĆØ da tempo nel mirino della rete e dell’Antitrust. Nonostante blog e associazioni di consumatori invitino a non pagare, c’ĆØ sempre qualcuno che per evitare rogne decide di mettere mano al portafogli, magari prendendosela con se stesso per non essersi accorto di ciò che ha sottoscritto. Invece il trucco c’ĆØ, e non ĆØ neppure facile accorgersene, secondo il pm Francesco Cajani, del pool guidato dall’aggiunto Alberto Nobili. Una volta finiti sul sito attraverso motori di ricerca come Google (gli autori del sistema hanno acquistato parole chiave su AdWords, la piattaforma pubblicitaria del gruppo), ci si convince di poter scaricare i programmi (tutti giĆ gratuiti) solamente registrandosi con nome, cognome e indirizzo email. Questo, invece, equivale ad abbonarsi per due anni a 8 euro al mese, 96 euro anticipati all’inizio di ciascun anno. Almeno 25mila le vittime, secondo quanto risultava all’Antitrust qualche mese fa. Probabilmente sono molte di più. Il Garante della concorrenza e del mercato si ĆØ occupato la prima volta della vicenda ad agosto 2011, quando ha imposto a Estesa Limited di modificare la pagina di apertura mettendo in chiaro che c’era da pagare. Le indagini della Squadra reati informatici – oltre 200 le denunce in Procura a Milano – hanno però accertato che la societĆ ha escogitato Ā«un meccanismo truffaldino ancora più sofisticatoĀ»: di giorno, Ā«quando gli uffici dell’Antitrust sono apertiĀ», sul sito si legge Ā«Crea il tuo account a soli 8 euroĀ», ma di notte, quando la maggioranza degli utenti naviga e scarica, sparisce il costo e la frase si accorcia a Ā«Crea il tuo accountĀ». Per percepire che si tratta di un sito a pagamento, ĆØ necessario accedere alla homepage e cliccare su Ā«Diventa socio oraĀ», ma si tratta di Ā«avvertimenti quasi invisibili all’occhio dell’utenteĀ», scrive il Gip Cristina Di Censo che ha disposto il sequestro preventivo del sito ordinando a tutti i provider italiani di oscurarlo”.
