La Polizia Postale indaga sui reati commessi dai No Vax nei gruppi Telegram (foto Ansa)
La Polizia Postale indaga sui reati commessi dai No Vax nei gruppi Telegram. La Polizia Postale sta monitorando in queste ore i canali Telegram legati in particolare ad ambienti dei ‘No Vax’. In questi gruppi si verificherebbe una diffusione illegale di contatti privati.
Aggiornamento dell’articolo delle ore 17:18.
L’obiettivo è quello di vigilare contro la diffusione illegale di contatti privati di persone finite nel mirino di alcuni gruppi, oltre a identificare i responsabili di minacce ed eventuali episodi che possano profilare il reato di istigazione a delinquere.
“Stiamo lavorando per identificare, attraverso le indagini sui canali Telegram, i responsabili da deferire all’autorità giudiziaria per vari reati, tra questi anche quello di istigazione a delinquere con l’aggravante dell’utilizzo di mezzi informatici con finalità terroristiche: la stessa Procura di Torino ha incardinato un fascicolo dove si ipotizza questo reato”.
Così il direttore della Polizia postale, Nunzia Ciardi, in merito alle indagini sui canali Telegram legati in particolare ad ambienti dei ‘No Vax’.
“Negli ultimi giorni il fenomeno è aumentato annunciando grandi mobilitazioni. Ma in queste ore la strategia di contrasto messa in campo dal Viminale ha già avuto un suo effetto”. Così il direttore della Polizia postale, Nunzia Ciardi, in merito alle indagini sui canali Telegram legati in particolare ad ambienti dei ‘No Vax’ in cui – per alcuni utenti – si potrebbero ipotizzare reati.
Riguardo ad un eventuale profilo dei possibili indagati, Ciardi spiega che “a quel che si intuisce, anche vedendo le varie posizioni, è una galassia trasversale. Questi utenti minacciano fisicamente le persone, dicono di inserire indirizzi o numeri di telefono e creare una sorta di lista di linciaggio, che potrebbe essere foriera di atti di violenza”.
“C’è in corso un’investigazione piuttosto complessa, gli iscritti ai canali sono tantissimi. Stiamo lavorando per oscurarli e identificarne il più possibile. Seguiamo attentamente la situazione fin dall’esordio e controlliamo i gruppi con le difficoltà connesse al fatto che Telegram è una piattaforma che non ha sede in Italia. Ci sono quindi anche difficoltà connesse alla legislazione applicabile”.
Così il direttore della Polizia postale, Nunzia Ciardi, in merito alle indagini sui canali Telegram legati in particolare ad ambienti dei ‘No Vax’. “Stiamo monitorando anche gruppi su Facebook e Whatsapp – ha aggiunto Ciardi – . Ma Telegram è sicuramente la piattaforma che consente il maggiore anonimato e offre maggiori opportunità a chi si vuole nascondere.
Per questo dobbiamo dare un nome e un volto a chi scrive una determinata frase, ad esempio di minaccia: non è una cosa immediata, bisogna incrociare una serie di dati per arrivare a delle identificazioni, a cui contiamo di arrivare il prima possibile.
Lavoriamo in sintonia con tutte le articolazioni della polizia, in particolare con la Digos e l’ordine pubblico per condividere più informazioni possibili”.