Una “tragedia nazionale”: ha fatto in fretta il terremoto italiano del 2009 a meritarsi di essere battezzato così. Tragedia il sisma lo è per le dimensioni del danno: edifici collassati, cioè non semplicemente crollati ma sbriciolati, ad esempio la casa dello studente de L’Aquila. Interi centri urbani avvolti dalla polvere bianca delle macerie, altissimo il numero degli edifici inabitabili. Purtroppo la quasi certezza che sotto le macerie c’è gente che è morta o rischia di morire.
Tragedia, perchè non è finita, le scosse di assestamento seminano paura, la notte sarà durissima per gli sfollati. Per centinaia di migliaia di persone sarà solo la prima notte di un percorso che assomiglierà ad un calvario già visto.
Tragedia nazionale: Berlusconi annulla il viaggio in Russia, Sacconi chiede di donare sangue, il governo mobilita risorse, colonne di soccorritori sono in marcia su strade qualche volta insicure. Tragedia nazionale perchè coinvolge tutto il paese. E “nazionale” anche perchè, alla scientifica imprevedibilità dei terremoti, l’Italia aggiunge la sua vulnerabilità. Vulnerabità naturale, l’essere un paese ad alto rischio sismico. E vulnerabilità “umana”: aver costruito non solo nei secoli passati ma anche nei recenti decenni come se un terremoto non dovesse arrivare mai.
