Lacco Ameno (Ischia), prezzo record per il diesel: 2,608 euro per litro. Benzina a 2,518 (foto Ansa)
In un distributore di Lacco Ameno, sull’isola di Ischia, il diesel è arrivato al prezzo record di 2,608 euro per litro mentre la benzina 2,518 euro a litro.
E se quelli della pompa di Lacco Ameno sono prezzi da primato, anche quelli degli altri distributori isolani sono ben superiori alle medie nazionali, attestandosi in questo periodo in generale sui 2,40-2,45 euro per litro sia per la benzina che per il gasolio. Per l’isola verde non si tratta comunque di una novità visto che ormai da molti anni i prezzi dei carburanti per autotrazione sono tra i più cari della nazione con una differenza media di almeno 25/30 centesimi in più al litro rispetto a quelli praticati in terraferma.
Dall’altra parte della classifica invece c’è Livigno, in provincia di Sondrio, dove la benzina costa soltanto 1,138 al litro.
Questo perché Livigno gode dello status di zona extradoganale. Una zona franca che risale alle speciali deroghe che la comunità locale riuscì a ottenere nel 1538 dalla contea di Bormio, successivamente confermate da normative e convenzioni succedutesi nel corso dei Secoli, e che il piccolo Comune ha sempre difeso, fino ad essere ribadito da una legge del 1910.
Nel territorio comunale non si pagano dunque né l’Iva né le accise, le imposte indirette che gravano sul carburante e su altri beni (ad esempio tabacco e alcolici) e che fanno lievitare, anche quando non ci sono crisi energetiche in corso, il costo della benzina.
La benzina ha visto il suo costo schizzare alle stelle, dovuto soprattutto alle conseguenze della guerra in Ucraina. Per questo motivo il Codacons ha chiesto al Governo di azzerare l’Iva sui carburanti e di ridurre le accise. Per molte di queste si possono richiedere i rimborsi: come fare lo spiega in un articolo Quifinanza.it.
Il prezzo della benzina varia da Paese a Paese. Il motivo è che il suo costo, oltre al prezzo del petrolio, dipende da altri fattori: il cambio tra euro e dollaro e le accise. Secondo una nota diffusa dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 28 febbraio, quest’ultime costituiscono il 57% del prezzo finale.