Lago di Garda, in dieci giorni quattro morti annegati. L'ultima vittima un turista polacco (foto Ansa)
Quattro persone sono morte negli ultimi dieci giorni nelle acque sulla sponda lombarda del lago di Garda. L’ultimo annegato è un turista polacco di 42 anni. morto nel lago, a Desenzano, la notte scorsa. Solo domenica era stato recuperato il cadavere di Alessandro Redaelli, 41enne di Lecco che una settimana prima si era tuffato dalla barca mentre era in compagnia della moglie e dei figli e non era più riemerso.
La scorsa settimana due vittime si erano registrate a Limone del Garda. Prima un barista trentaseienne, tuffatosi dal pontile e poi recuperato senza vita, e infine un turista inglese, Aran Chada, 52 anni, che si era tuffato in acqua per salvare il figlio quattordicenne in difficoltà e poi è annegato. Il suo corpo ancora non è stato restituito dalle acque.
Ogni anno, spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in tutto il mondo, 236mila persone muoiono annegate. E l’annegamento è tra le prime cause di morte nei bambini e i giovani sotto i 24 anni.
Più del 90% dei decessi per annegamento, ricorda l’Oms, si verifica nei paesi a basso e medio reddito, e i bambini sotto i 5 anni sono a più alto rischio.
Queste morti sono spesso legate ad attività quotidiane e di routine, come fare il bagno, raccogliere acqua per uso domestico, viaggiare su barche o traghetti. Ma anche è causato dagli impatti di eventi meteorologici estremi, compresi i monsoni.