ROMA – Continuano gli sbarchi sulle coste italiane. Mentre il governo si spacca sulle modalità di rimpatrio dei migranti, i profughi continuano ad arrivare, e non solo a Lampedusa. Nell’isola siciliana sono 1.227 i migranti sbarcati nelle ultime 24 ore.
Un barcone proveniente dalla Libia – il terzo in poche ore – è in arrivo sulle coste italiane. L’imbarcazione, con a bordo circa 300 migranti, e’ stata intercettata 40 miglia a nord-ovest dell’isola di Lampedusa dal peschereccio ‘Domenico Aiello’. Verso l’imbarcazione dei profughi, che potrebbe essere una delle prime partite dalla Libia visto che ha gia’ superato Lampedusa, stanno facendo rotta due motovedetta della Guardia costiera.
Nella mattina di domenica è arrivato un barcone con 72 extracomunitari giunto in porto mentre attraccava il traghetto di linea Palladio che ha imbarcato a Linosa i 282 profughi partiti dalla Libia e soccorsi ieri sera. Sull’isola si trovano in questo momento oltre 5 mila immigrati, un numero superiore agli stessi abitanti dell’isola. Dovrebbe approdare a Lampedusa domenica anche una nave passeggeri messa a disposizione dalla Grimaldi, in grado di imbarcare circa 850 persone.
Sempre domenica ha ormeggiato nella base navale di Mar Grande, a Taranto, la nave San Marco della Marina militare, che ha trasportato da Lampedusa 547 profughi (tutti uomini, un solo minore) destinati al centro di identificazione ed espulsione di Manduria (Taranto). Una decina i pullman messi a disposizione dalla Marina militare per condurre i profughi alla tendopoli. Presenti anche ambulanze con centri mobili di rianimazione e una quindicina di camionette di carabinieri e polizia, per il servizio di scorta. La nave, che ha attraccato alla banchina solitamente riservata alla portaerei Garibaldi, ripartirà per Lampedusa.
Nella serata di sabato a Lampedusa sono sbarcati 446 i migranti ma ne sono stati avvistati circa 600 su quattro barconi. Un altro barcone carico di profughi partito dalla Libia è stato intercettato ad una sessantina di miglia da Lampedusa con il motore in avaria. A bordo ci sono circa 200 persone e verso l’imbarcazione sono salpate da Lampedusa le motovedette della Guardia di Finanza.
Intanto nel corso della notte è giunto a Linosa, la più piccola delle isole Pelagie, il barcone con 282 migranti, tra cui 12 bambini e 80 donne, partito quattro giorni fa dalla Libia. Sulla ”carretta”, viaggiava anche la donna etiope di 26 anni che ha partorito durante la traversata un bimbo chiamato Yeabsera (dono di Dio ndr). E’ morto invece il bimbo di un’altra donna, incinta di tre mesi, che era sempre sul barcone. Il piccolo Yeabsera, che le donne di Lampedusa hanno ribattezzato ”Angelo”, è stato trasferito in elicottero sabato sera insieme alla mamma e al papà, un giovane eritreo, nell’ospedale ”Cervello” di Palermo.
Nella mattina di domenica, intanto, i profughi che erano sul barcone, in maggioranza eritrei, somali ed etiopi, sono stati imbarcati sul traghetto di linea Palladio che, dopo una sosta a Lampedusa, li trasferirà a Porto Empedocle da dove saranno smistati verso un Centro per richiedenti asilo.
Lombardo a Lampedusa: è disumano. ”Come si sta affrontando l’esodo biblico di cui sento parlare da un mese, con questi accampamenti disumani?”. Cosi’ il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, tra le migliaia di tunisini accampati nell’area della stazione marittima con tende di fortuna costruite con sacchetti e stoffe raccattati in giro per le strade di Lampedusa.
”Roma… Roma”. Cosi decine di tunisini hanno urlato a Raffaele Lombardo dopo avere chiesto chi fosse la persona che parlava a cameramen e giornalisti nell’area della stazione marittima dove si trovano un migliaio di migranti.
Mineo: un migliaio contro il villaggio della solidarietà. Sono poco piu’ di un migliaio le persone che stanno manifestando a Mineo contro la realizzazione del Villaggio della solidarieta’, nel Residence degli aranci, che ospita 1.500 migranti, tra rifugiati e richiedenti asilo. All’iniziativa partecipano sindaci della zona, e parlamentari del Partito democratico e del Movimento per le autonomie, ma, soprattutto, abitanti di Comuni del Calatino.
Una delegazione, composta da deputati e sindaci, e’ riuscita a entrare nella struttura per un sopralluogo. Davanti al Villaggio sono stati esposti due cartelli con la scritta ‘A noi i tunisini, al Nord la Bossi-Fini’.
”Non e’ un problema di razzismo – spiegano alcuni dei manifestanti – ma non ci sentiamo sicuri. Ci sono migranti che vagano per le campagne e per i nostri paesi. Sono senza lavoro e creano forti disagi e tensioni sia per la nostra economia agricola, gia’ fortemente in crisi, sia per la sicurezza personale”. Alcuni dei partecipanti raccontano di ”avere visto extracomunitari scappare dal centro scavalcando il recinto e fuggire verso Catania”, da dove poi organizzarsi per lasciare la Sicilia.