L’Aquila: ambulanti senza il mercato, ma il Comune esige la tassa

Il mercato di Piazza Duomo prima del terremoto

Rivolta degli ambulanti a L’Aquila: la maggior parte non lavora a causa del sisma del 2009, ma tutti dovranno pagare la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, importo che annualmente supera i duemila euro. La tassa non figura infatti tra quelle sospese dallo Stato a causa del sisma.

Per questo motivo i 130 ambulanti aquilani che avevano il loro banco al mercato di piazza Duomo, in piena “zona rossa”, oggi manifestano nei pressi di piazza d’Armi, dove, secondo una delibera comunale, il mercato dovrebbe insediarsi. «Tuttavia – spiega il direttore provinciale di Confcommercio, Celso Cioni – ancora non si è mosso nulla, nonostante le nostre numerose lettere di sollecitazione».

Per il presidente Fiva Confcommercio, Alberto Capretti, la situazione di stallo rischia di cancellare «un mercato che ha oltre 700 anni di storia». Tra i commercianti c’é chi si arrangia come può, ma anche chi, quarantenne, ammette di vivere con la pensione dei genitori, non avendo altre entrate. Per tutti ora anche la beffa: «Abbiamo scritto al Comune in merito alla tassa sul suolo pubblico – spiega Capretti -, ci ha risposto il dirigente di settore, Quinto Cervellini, indicando al 28 febbraio la scadenza della prima rata da pagare, perché l’imposta non rientra tra quelle sospese dallo Stato».

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Emiliano Condò