Vizi strutturali e indebolimento dovuto ai successivi lavori. Sono queste, secondo la Procura dell’Aquila, le cause dei crolli della Casa dello Studente e del Convitto nazionale nella città abruzzese, dove sono morti complessivamente 11 giovani dopo il violento terremoto di aprile.
Il lavoro dei magistrati – il procuratore capo, Alfredo Rossini, e il sostituto Fabio Picuti – è ora concentrato nel collegare le cause alle responsabilità e quindi al collegamento con le persone, tecnici ed amministratori che compaiono nella complessa filiera autorizzativa e costruttiva dei due edifici.
Si tratta di difficoltà inattese perchè i magistrati pensavano che, una volta stabilite le cause, sarebbe stato meno complicato individuare i nomi. Questo delicato passaggio divide dalla svolta l’inchiesta sul terremoto annunciata dal procuratore prima per la fine di ottobre poi per la prima decade di ottobre.
Una svolta alla quale mancano ancora dei giorni proprio per la complessità del lavoro, non ultima la voluminosità delle perizie. Riguardo ai nomi, da tempo sono in possesso della Procura visto che fanno parte della storia di ogni palazzo, ai quali si è risaliti grazie alle approfondite indagini degli uomini dell’interforze della polizia giudiziaria.
La perizie presentate dai consulenti nominati dalla procura sono per ora cinque: oltre alla casa dello studente e al Convitto nazionale, l’università e l’ospedale.
