LARI (PISA), 25 MAR – Quasi una riedizione di Peppone e don Camillo in salsa Toscana quella andata in scena nei giorni scorsi a Lari (Pisa). Motivo del contendere tra i responsabili della sezione locale di Rifondazione comunista e il parroco del paese, don Amedeo Deri, le cucine di uno spazio nella frazione di Boschi, di proprieta' della parrocchia.
Senza l'autorizzazione a utilizzarle, si spiega oggi su Il Tirreno, non e' possibile svolgere la 'Festa Rossa' che lo scorso anno aveva richiamato migliaia di persone. Il tutto con il permesso del parroco che, pero', quest'anno lo ha negato perche' contrario alle idee del partito. ''Non affitto il posto a nessun partito politico – ha detto il sacerdote secondo quanto riportato dal quotidiano – tanto meno a Rifondazione di cui non condivido i valori e i principi. Gesu' dice di odiare il peccato e di amare il peccatore. Non posso riconoscermi nelle loro posizioni, come per esempio sull'aborto, sul divorzio, sul matrimonio gay. L'autorizzazione data alla festa l'anno scorso e' figlia di un disguido, perche' pensavo facessero una manifestazione super partes''.
Agli esponenti di Rifondazione il rifiuto e soprattutto le motivazioni non sono andate giu'. Cosi' hanno deciso di rendere nota la vicenda distribuendo un volantino in cui si dice ''ci risiamo, sono tornate le scomuniche'', ricordando il decreto del Sant'Uffizio che condannava i simpatizzanti marxisti nel 1947. ''Riteniamo che questa condanna – si legge nel volantino – sia un'ingiustizia. Forse per don Deri se uno aiuta i poveri in modo caritatevole e' una brava persona. Ma se dice che i poveri non devono esserci e' un sovversivo che va tenuto a distanza''.
