Economico, facile da nascondere, apparentemente innocuo. È il puntatore laser, uno strumento che circola da almeno una decina d’anni nel nostro Paese ma che, tra “bulli da stadio” e ragazzini incoscienti, è salito di recente agli “onori” della cronaca. Viene usato negli stadi per accecare i calciatori avversari e viene puntato, senza motivo, dritto negli occhi di chi è alla guida.
I Nas, solo il 4 febbraio, ne hanno sequestrati circa 9000 in varie città d’Italia. Ma è poco più che una goccia nell’oceano nonostante le denunce a 21 negozianti, quasi tutti cinesi, che smerciavano i prodotti irregolari. I laser sequestrati avevano il marchio CE contraffatto ed erano troppo potenti per poter essere venduti.
Troppo potenti perché c’è laser e laser e soprattutto c’è una norma dell’allora ministero della Sanità che nel 1998 metteva al bando, esclusi ovviamente gli scopi scientifici, tutti i puntatori di classe III e superiore. Di categorie di puntatori, infatti, ce ne sono cinque e riflettono diversi livelli di potenza e pericolosità. La classe I è quella dei puntatori innocui, la classe IV è la più pericolosa: può causare danni permanenti alla vista, ustioni e persino tagliare e incendiare alcuni materiali. Gran parte dei laser irregolari comunemente in vendita rientrano nella categoria IIIA e non c’è da stare sereni e non solo per la facilità irrisoria con cui aggirano i controlli doganali.
Questi oggetti, infatti, se puntati a lungo negli occhi di qualcuno possono causare danni seri alla vista. Nei casi peggiori anche il distacco della retina. Oltre questo c’è il problema dell’accecamento temporaneo: poco più che un gioco stupido se uno è seduto a far nulla ma che può diventare catastrofico, ad esempio, se uno è alla guida.
C’è chi il laser lo porta allo stadio e lo punta contro i calciatori avversari magari mentre stanno per tirare un calcio di rigore. È accaduto al giocatore della Juventus Diego che quel rigore l’ha sbagliato, continua ad accadere ad altri che i rigori li segnano. Durante Bari-Inter si è arrivati persino alla sospensione della partita.
Per arginare il laser da stadio Il Codacons ha chiesto che si punisca con il divieto d’accesso alle manifestazioni sportive, il famigerato Daspo, ogni tifoso “laser-munito”. La misura però rischia di risolversi nella classica ricerca dell’ago nel pagliaio. A San Siro quando l’Inter non era così forte entravano anche i motorini. In tutti gli stadi, ogni domenica, entrano “bomboni” e spranghe che sono decisamente più difficili da nascondere rispetto ad oggetti di pochi centimetri.
C’è, e questo è decisamente più allarmante, chi il laser lo punta negli occhi di automobilisti e piloti d’aereo mentre tentano l’atterraggio. Una “bravata” dalle conseguenze potenzialmente disastrose che inizia a ripetersi con una regolarità allarmante: a Bari, solo negli ultimi venti giorni, sono stati sette i piloti a denunciare di essere stati accecati durante la fase d’atterraggio. A Pescara, invece, i casi sono stati due, uno dei quali contro un’imbarcazione della guardia costiera.
Una “moda”, quella dei laser puntati contro i piloti che in qualche modo evoca un altro gioco folle del passato, quello dei sassi gettati dai cavalcavia delle autostrade. Esercizio, quest’ultimo, oggi per fortuna quasi scomparso ma che, anni fa, ha causato più di qualche vittima. Il laser, per il momento, ancora no. Sarebbe meglio non sfidare la sorte.