Cappia collaborava da tempo con Antonio Schettino, il titolare dell’azienda che produce i vini bianchi Monti Cecubo. Mortale secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato un colpo di pistola alla testa. Ma il medico legale dovrà effettuare nuovi esami sui pochi resti del cadavere carbonizzato. All’interno della 500 L, presa in leasing, sono stati rinvenuti anche alcuni bossoli.
Gaetano Coppola su il Messaggero spiega che la vicenda assume sempre più i contorni di un giallo:
“Il professionista abitava a Roma e scendeva nel sud pontino quando la produzione vinicola richiedeva il suo intervento fermandosi in albergo a Fondi o Itri. E’ chiaro che l’altra sera Cappia ha incontrato il suo assassino e, volontariamente o costretto, ha diretto l’auto fino ai margini della boscaglia”.
Gli inquirenti hanno poi scoperto un “precedente inquietante” che risale a qualche mese fa:
“Cinque o sei mesi fa l’auto di Cappia, non questa, parcheggiata in azienda era stata devastata. Gomme squarciate, vetri infranti, tappezzeria strappata. Un avvertimento? Nelle prime ore del mattino ieri era stato interrogato a lungo un ex dipendente che poi nella tarda mattinata è stato rilasciato”.