ROMA – “E’ arrivato il momento di togliere dalla colonna al Foro Italico la scritta Mussolini Dux”. La proposta arriva da uno degli anziani partigiani alla Presidente della camera, Laura Boldrini, durante la cerimonia in aula a Montecitorio per ricordare il 70esimo annuversario della resistenza. E la Boldrini sembra essere d’accordo, seppure riformulando la proposta: “O per lo meno è ora di togliere la scritta”.
L’uomo chiedeva alla presidente della Camera di pensare a come ripulire le strade d’Italia dal fascismo che sta tornando. La colonna di cui si parla è l’obelisco che venne eretto nel 1932 davanti al complesso sportivo del Foro Italico e che originariamente prese il nome da Benito Mussolini, a cui l’obelisco era dedicato. Sul fusto bianco della colonna, che accoglie ancora oggi chi reca allo Stadio Olimpico, a caratteri cubitali permane la scritta “Mussolini dux”.
La notizia, diffusa dall’agenzia Dire e poi rilanciata dal quotidiano Il Tempo, ha suscitato immediate polemiche, non solo dal centrodestra.
A replicare alla Boldrini è anche il commissario Pd Roma e presidente Pd nazionale Matteo Orfini: “Quella scritta io la lascerei lì. Noi siamo un Paese antifascista – ha aggiunto Orfini – i principi della lotta antifascista sono scritti nella nostra Costituzione. Non abbiamo bisogno di cancellare la nostra memoria, seppur a tratti drammatica. Credo- ha concluso – che la damnatio memoriae sia un elemento di debolezza e non di forza da parte di chi la esercita”.
“Orfini mejo de Fini. Il presidente del Pd ha dato una lezione alla Boldrini, a cui dà fastidio la storia nazionale. La presidente della Camera scoprirà prima o poi l’Istituto della Previdenza Sociale, fondato nel 1933, e proporrà di abolire direttamente le pensioni…” scrive in un tweet Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
“La memoria, nel bene e nel male, non si può cancellare. Eliminare la scritta Dux dall’obelisco del Foro Italico è una proposta senza senso. Per eliminare la storia del fascismo allora la Boldrini chiederà anche di far radere al suolo tutto il quartiere dell’Eur?”. E’ quanto afferma in una nota Stefano Pedica del Pd. “Roma e’ una citta’ antifascista- sottolinea Pedica- e non ha paura della storia. La memoria e’ un monito per le nuove generazioni, perche’ gli errori del passato non devono piu’ essere ripetuti”.
“L’assurdo oscurantismo storico della presidente della Camera Boldrini è quanto di più deprecabile si potrebbe aspettare dalla terza carica dello Stato” scrive in una nota Dario Rossin, vicecapogruppo Forza Italia in Campidoglio. “Basterebbe consultare un qualsiasi storico dell’arte per comprendere che il patrimonio architettonico e artistico, anche quello ereditato dal Fascismo peraltro oggetto di studio e ammirazione in tutto il mondo, non può né deve rientrare nel campanilismo e nella demagogia. Certe opere, peraltro mirabili, non possono certo essere ricoperte da un drappo rosso con falce e martello sopra o infrante come accaduto a Mosul per mano dei miliziani dell’Isis- conclude Rossin- La furia rossa della Boldrini e il suo integralismo vanno fermati quanto prima: il Foro italico non si tocca!. La proposta della Boldrini è francamente assurda e ci lascia basiti – aggiunge Alessandro Cattaneo, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia – Seguendo il suo ragionamento dovremmo demolire anche tutti gli obelischi che si trovano a Roma dedicati a faraoni come Tutmosis III e Tutmosis IV che di certo hanno governato compiendo anche crimini gravi? Lungi da me voler difendere il fascismo: la mia è una difesa della storia”.
Ma Roberto Natale, portavoce di Laura Boldrini, ha cercato di minimizzare: “La grande giornata vissuta dal Parlamento, con la coinvolgente cerimonia in onore dei partigiani per il settantesimo anniversario della Liberazione, rischia di essere svilita appena poche ore dopo montando polemiche di scarsa consistenza. La Presidente della Camera non ha mai affermato di voler abbattere i monumenti eretti nell’epoca fascista, ad improbabile imitazione del modello Isis. La discussione sull’eredità del 25 aprile merita di essere indirizzata su temi più seri”.