
Laura Perselli è morta strangolata da una corda, non ha avuto il tempo di reagire all'assassino (Foto Ansa)
Laura Perselli non ha avuto il tempo di reagire e ribellarsi al suo assassino. E’ questo quanto emerge dall’autopsia svolta su una delle due vittime del delitto di Bolzano. L’altra vittima è il marito di Laura, Peter Neumair. Per l’omicidio è stato arrestato il figlio della coppia, Benno Neumair. Il cadavere di Laura dopo settimane nel fiume Adige.
Già qualche giorno fa era emerso che Laura Perselli fosse morta per asfissia da strangolamento. Strangolata da una corda.
Laura Perselli non ha avuto il tempo di reagire al suo assassino
Il corpo della povera donna, uccisa il 4 gennaio, non presentava alcun segno riconducibile ad un tentativo di difesa. Laura Perselli non ha quindi potuto fare nulla contro il suo assassino. Che probabilmente le ha teso un agguato improvviso e del tutto inaspettato, appena rientrata a casa.
Va ricordato che Benno Neumair è indagato per il duplice omicidio e l’occultamento dei cadaveri dei suoi genitori. In questi giorni il genetista Emiliano Giardina sta eseguendo le analisi su decine di reperti sequestrati nella casa di via Castel Roncolo, tra cui anche una corda da arrampicata di proprietà di Benno. Sono state intanto sospese, per ora, le ricerche del cadavere di Peter Neumair nel fiume Adige.
Laura Perselli morta per strangolamento: il risultato dell’autopsia
Laura Perselli sarebbe morta per strangolamento. Dai risultati dell’autopsia – e dagli ulteriori accertamenti – gli inquirenti sperano di ottenere ulteriori indizi e prove utili a ricostruire quanto è accaduto. In carcere resta il figlio della coppia, Benno Neumair, ma il giovane continua a dirsi innocente.
La maxi operazione sull’Adige si e conclusa per ora, con un nulla di fatto. Il corpo di Peter non è stato trovato. Tre cani molecolari della polizia tedesca specializzati nella ricerca di cadaveri in acqua hanno fiutato qualcosa nei pressi di Laghetti, dove sabato scorso era riaffiorato il corpo della Perselli. Le ricerche dei sommozzatori, però, non hanno dato riscontri. L’area di ricerca comprendeva l’alveo del fiume Adige dalla confluenza con l’Isarco fino alla diga di Mori.
Le ricerche sono state svolte dal cielo con elicotteri e droni. Dall’acqua con diverse imbarcazioni. E da terra con personale a piedi lungo l’argine del fiume, con altri cani molecolari dei carabinieri di Bologna, della guardia di finanza e dell’associazione Detection Dogs Ticino.
