Svolta nelle indagini sul delitto di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù (Brescia) uccisa l’8 maggio di un anno fa. Dopo quella di Mirto Milani, è arrivata la confessione anche della figlia primogenita della vittima, la 28enne Silvia Zani, fidanzata dell’uomo che per primo ha ammesso il delitto.
Secondo gli investigatori c’è il movente economico, cioè l’intenzione di appropriarsi del patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, che era vedova. Successivamente è stata interrogata Paola Zani, sorella di Silvia e figlia minore della vittima, anche lei, come la sorella e Milani, in carcere dal 24 settembre 2021.
Dopo la confessione Mirto Milani ha avuto un crollo emotivo ed è stato ricoverato in ospedale. Il giovane di origini bergamasche avrebbe manifestato l’intenzione di togliersi la vita ed è così scattato il protocollo interno al carcere con il trasferimento in ospedale dove si trova piantonato.
Stando alle indagini svolte finora, Laura Ziliani sarebbe quindi stata prima stordita con tranquillanti a base di benzodiazepine e poi soffocata con un oggetto soffice, come un cuscino. E infine sepolta “in prossimità dell’argine del fiume Oglio e – scrive il medico legale – ricoperta da materiale sabbioso con il disseppellimento del cadavere avvenuto a seguito di un’onda circa tre giorni prima del rinvenimento”.