Lavoro, nel 2011 208mila giovani assunti:+5,9% sul 2010

VENEZIA, 31 AGO – Nel 2011 le aziende italiane prevedono di assumere circa 208 mila giovani con meno di trent'anni, il 5,9% in più rispetto a quanto previsto nel 2010. Ma il confronto con il pre-crisi è impietoso, sia nei valori assoluti che nelle quote di assunzioni riservate ai giovani rispetto a quelle totali. Nel 2008 si prevedevano di assumere quasi 300 mila giovani, circa 90 mila in più: la flessione è del 30%. E' quanto emerge da una ricerca Datagiovani che ha analizzato i primi dati disponibili sulle previsioni di assunzione delle imprese italiane, ed in particolare di quelle riservate a giovani al di sotto dei trent'anni, confrontandole con quanto emergeva negli anni passati.

Sia per quanto riguarda le assunzioni complessivamente previste che per quelle rivolte specificatamente ai giovani la rilevazione 2011 mostra segnali di ripresa rispetto all'anno precedente: i posti di lavoro non stagionali messi a disposizione dalle imprese italiane sono infatti 595.160, circa 43 mila in più del 2010 (+7,8%). Di queste, nel 35% dei casi si richiede esplicitamente che si tratti di under 30, pari a poco più di 208 mila unità (11.500 in più del 2010, +5,9%). La quota più consistente riguarda i giovani dai 25 ai 29 anni: si tratta di circa 155 mila posti previsti, il 26% del totale. Ma siamo lontanissimi dai livelli del 2008: allora le imprese prevedevano di assumere quasi 300 mila giovani, ben 90 mila in più delle previsioni attuali. E' evidente dunque che, sebbene la situazione appaia un pò meno negativa del 2010, siamo ben lontani dal tornare ai livelli del pre-crisi: le previsioni di assunzione di giovani sono infatti diminuite del 30,3%. La quota di posti di lavoro riservati ai giovani è in costante flessione. Nel 2005 il 41% delle previsioni di assunzione delle aziende si rivolgeva ad under 30, sei punti percentuali in più del 2011. Da una parte ciò si può spiegare con l'entrata nel mercato del lavoro in età più avanzata dei giovani, che dunque deve rimodulare anche le ''preferenzè' delle imprese; dall'altra è però evidente che la crisi mette a disposizione delle aziende figure professionali di età più elevate, con esperienze lavorative maggiori, che rischiano di tagliare fuori dal mercato molti giovani. Dal 2008 al 2010 gli occupati dai 15 ai 34 anni sono diminuiti di oltre 800 mila unità – concludono i ricercatori di Datagiovani – e di altre 150 mila nel primo trimestre dell'anno.

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Elisa D'Alto