Lo stupro al Parco della Caffarella del il 14 febbraio dello scorso anno ai danni di una ragazza di 15 anni «già odioso e vile di per sé, risulta di gravità più che apprezzabile in termini conclamati, sia per l’età della vittima, sia per le modalità di esecuzione, che lo hanno reso un atto di grave efferatezza e totale disprezzo delle persone, sia per l’impatto devastante che ha determinato» sulla ragazza e sul suo fidanzatino di 16 anni che venne costretto ad assistere alla violenza.
Lo scrive il giudice Luigi Fiasconaro nelle motivazioni della sentenza con la quale ha condannato il 5 ottobre scorso i romeni Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru rispettivamente a 11 anni e 4 mesi di reclusione e a 6 anni. Il primo è stato condannato anche per la violenza del 18 luglio del 2008 al Pigneto. Per il giudice a Gravila che ha «certamente avuto un ruolo di maggior rilievo sia nella iniziativa sia nell’esecuzione della violenza, non possono essere concesse le attenuanti generiche, non essendo emersa alcuna circostanza da valutare a suo favore, ma solo circostanze sfavorevoli che ne denunciano la negativa personalità e una condotta di vita fondata sulla spiccata propensione a commettere reati».
Diverse le considerazioni su Alexandru «che ha reso una circostanziata confessione davanti al gip, confermandola poi in udienza, con un atteggiamento di resipiscenza indicativo di una certa presa di coscienza in ordine alla gravità di quanto commesso assieme al Gravila, da cui ha voluto dissociarsi sotto ogni profilo». Alexandru ha anche «riferito spontaneamente in ordine alle confidenze ricevute dal Gravila sull’altra violenza sessuale di cui costui si era vantato dopo l’episodio della Caffarella».
