Per il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Gennari ”quello che si verifica a Milano, in una tranquilla ed elegante zona centrale, è un caso di lupara bianca che ci riporta a situazioni e contesti sovente (ed erroneamente) creduti ben lontani dalla realtà cittadina”.
Il gip milanese lo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di sei persone tra cui Carlo Cosco, l’ex convivente di Lea Garofalo, la donna scomparsa nel capoluogo lombardo il 24 novembre dell’anno scorso e poi uccisa e sciolta nell’acido.
Il giudice nel suo provvedimento ha osservato che ”sotto gli occhi di ignari passanti, si scorge una donna minuta – ripresa negli ultimi istanti della sua vita dalle telecamere di sicurezza poste ai margini della strada – salire fiduciosa sul veicolo dell’ex convivente padre di sua figlia e pregiudicato.
Questa – annota il gip – è l’ultima volta che si sente parlare di Lea Garofalo ancora in vita”. La donna prima di essere sequestrata e ‘giustiziata’ si era fatta lasciare proprio dal suo ex convivente nei pressi dell’ Arco della Pace, luogo in cui avrebbe dovuto rincontrarsi nuovamente con l’uomo non appena questi avesse accompagnato la figlia dagli zii.