PALERMO- Decine di giovani di "Addio pizzo", molte divise e completi grigi di rappresentanti istituzionali, delle forze dell'ordine, di qualche politico, ma pochi palermitani oggi hanno partecipato alla commemorazione, in qualche modo piu' significativa di quelle che si sono succedute fin qui, per il ventesimo anniversario dell'uccisione dell'imprenditore Libero Grassi.
Sembrano proprio finiti i tempi dei cortei di cui si vedeva l'inizio ma non la fine, dei comitati dei lenzuoli, delle adunate silenziose con migliaia di persone che mostravano, soprattutto dopo le stragi del '92, una Palermo stanca della violenza mafiosa e desiderosa di una rivolta morale.
C'erano, come ha notato anche il procuratore nazionale antimafia Grasso, alcuni commercianti e imprenditori che hanno denunciato il pizzo e che erano accompagnati dagli agenti in borghese che li tutelano, ma in via Alfieri non c'erano piu' di 500 persone a ricordare il sacrificio di un uomo che ebbe il coraggio di dire pubblicamente che non avrebbe mai pagato il pizzo alla mafia per proteggere la sua creatura, la fabbrica di abbigliamento intimo maschile ''Sigma'', e che si era rivolto alla polizia dopo le richieste estorsive. ''Un atteggiamento nuovo e dirompente nel '91 per cui tutti i palermitani gli dovrebbero essere grati'' ha detto il consigliere comunale Nadia Spallitta.
