Uccisa per i soldi, ma anche perchè era “troppo bella”. L’aggressione che ha poi portato alla morte dell’ecuadoriana Jessica Karina Labezzaris Munoz, 35 anni – trovata soffocata nel suo letto in un’ abitazione a Vada (Livorno) mercoledì scorso – sarebbe stata motivata non solo dai soldi ma anche dalla gelosia. E’ quanto emerso nel corso della conferenza stampa degli inquirenti oggi a Livorno, dopo il fermo di quattro persone accusate di concorso in omicidio e rapina. In due avrebbero già confessato.
Secondo quanto spiegato, ideatrice, istigatrice, basista ed organizzatrice della rapina sarebbe stata Judit Dolores Viejo Enriquez, soprannominata Katia, fra le persone fermate, coetanea e connazionale (non è brasiliana come scritto in precedenza) della vittima, con cui aveva diviso fino a circa due settimane fa un appartamento a Marina di Grosseto utilizzato da entrambe per prostituirsi.
Agli occhi di Katia, che non avrebbe ammesso alcuna responsabilità , la vittima avrebbe avuto non solo la ‘colpa’ di avere da parte una certa somma di denaro, circa 30.000 euro ma anche il fatto di essere più bella e in generale molto richiesta dai clienti. Gli altri tre fermati sono tutti brasiliani: il fidanzato di Katia, Diogo Carvalhais Ribeiro, 24 anni e due amici di quest’ ultimo, Fernando Gomes Da Silva, 31 e Rodrigo Romagnoli, 35, abitanti a Torino.
Solo Romagnoli non è un immigrato clandestino e risulta avere un lavoro regolare, come maestro di danza brasiliana. C’è poi un altro brasiliano al momento ricercato: è Francquece Marcelino Ferreira, detto Frank, 34 anni. Secondo gli investigatori Romagnoli avrebbe fatto da autista agli amici, portandoli dal capoluogo piemontese a Vada. Su chi abbia materialmente partecipato alla rapina finita male, se anche la donna, due soli uomini o altro, gli investigatori mantengono ancora il riserbo.
La vittima è stata legata e poi le è stato messo un pezzo di stoffa in bocca, per impedirle di urlare: in questo modo però è rimasta soffocata. Chi ha agito si è poi dovuto ‘accontentare’ di 6.000 euro, tanti soldi che Jessica avrebbe tenuto nascosti in una valigia, tre cellulari e un pc. Alla conferenza stampa, oltre alla squadra mobile di Livorno che ha condotto le indagini, erano presenti i pm livornesi Luca Masini e Paola Rizzo, titolari dell’inchiesta.
I magistrati hanno chiesto al gip la convalida dei fermi e l’adozione di misure di custodia cautelare nei confronti di Katia, bloccata nella sua casa di Follonica, e dei tre brasiliani: quest’ultimi sembra si stessero preparando a fuggire prima di essere intercettati e arrestati tra Torino e Cuneo.