NYT: Palatucci, altro che Schindler italiano, collaborò sempre coi nazisti

Lo Schindler italiano Palatucci era una spia dei nazisti? Il caso sul NYT

ROMA – Nuove evidenze storiografiche sembrano dimostrare che Giovanni Palatucci, noto come lo Schindler italiano, in realtà avrebbe sempre collaborato con i nazisti. Palatucci è stato onorato in Israele, a New York e Roma, gli sono state dedicate piazze, il Vaticano l’ha messo nella lista dei prossimi beati. 5 mila ebrei, finora si diceva, ha salvato dai campi di sterminio. Ieri il New York Times ribalta questa glorificazione postuma dando conto dei risultati di nuove ricerche. Intanto una lettera del Centro Primo Levi ha spinto l’Holocaust Memorial  Museum a depennare il nome e le gesta di Palatucci. Una dozzina di ricercatori, spulciando più di 700 documenti originali, è arrivata alla conclusione che Palatucci fosse stato “per sei un valente esecutore delle leggi razziali e dopo Salò collaborò con i nazisti”.

Le fonti tedesche e italiane, inoltre, non presentano evidenze certe circa la sua attività pro-ebraica, le cui prime tracce documentarie risalgono al 1952. La clamorosa scoperta sul vero ruolo di Palatucci è arrivata, come spesso, avviene, cercando altro. Funzionario di Polizia a Fiume, allora italiana, Palatucci rappresenta il prototipo del funzionario italiano che tace, arrogante e complice del regime. Gli storici stavano studiando proprio a Fiume il brodo culturale da cui originò il fascismo quando si sono imbattuti nelle carte rivelatrici.

“Non c’è dubbio che la storia fabbricata intorno alla sua figura è una macchinazione” afferma Liliana Picciotto, che per 20 anni ha riempito un database di 8500 ebrei deportati dall’Italia. Anche Palatucci finì a Dachau, ma non per il suo attivismo anti-discriminatorio. Insieme ad altri funzionari fu accusato di appropriazione indebita e tradimento per aver passato agli inglesi i piani per la futura indipendenza di Fiume dopo la guerra.

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Warsamé Dini Casali