
Terapie intensive, allerta ancora lontana. Locatelli: "Siamo al 25% dei numeri di aprile" (foto d'archivio Ansa)
ROMA – “Per la Lombardia servirร piรน tempo, perchรฉ il virus ha circolato in modo piรน massiccio, sicuramente da diverse settimane prima della scoperta del paziente di Codogno.
E se ci sarร una seconda ondata, sapremo farci trovare pronti.
L’antinfiammatorio che ha come principio attivo il desametasone steroideo (un farmaco per il quale c’รจ il via libera dal governo britannico), secondo una ricerca di Oxford ha dato buoni risultati sui casi piรน gravi e sarร un’arma in piรน”.
A dirlo, in una intervista al Messaggero, il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanitร e membro del Comitato tecnico scientifico.
“L’importante – sottolinea – ora รจ non compromettere i risultati che il comportamento ammirevole degli italiani ci ha consentito di raggiungere”.
Locatelli e i nuovi casi in Lombardia
Alla domanda se si aspettava una flessione dei nuovi casi piรน rapida, risponde:
“Gli ultimi dati indubitabilmente vanno nella direzione auspicata: una continua flessione della curva epidemica.
La maggior parte delle regioni ha un numero di nuovi casi sotto a dieci, evidentemente le riaperture non hanno portato fuori controllo la diffusione della contagiositร .
Questo รจ importante, deve essere una incentivazione a mantenere comportamenti responsabili”.
Sulla particolare situazione della Lombardia, afferma:
“Me lo spiego in due modi: la Lombardia รจ la regione in cui il virus ha avuto la maggiore diffusione, ma รจ anche un territorio con una densitร di popolazione marcatamente elevata.
Un italiano su sei abita in Lombardia.
E tra i nuovi positivi molti non sono sintomatici, ma soggetti che sono risultati positivi al test sierologico e per questo sottoposti al tampone”.
Gli spostamenti per le vacanze non rischiano di far viaggiare il virus dalla Lombardia in altre regioni?
“Non credo.
I numeri sono bassi, in Lombardia oggi ci sono 143 nuovi casi positivi, la flessione prosegue. Lunedรฌ la percentuale di positivi sui tamponi effettuati era del 3,9 per cento, oggi siamo al 2″.
Sul fatto che i numeri della Lombardia fanno pensare che il virus abbia cominciato a circolare molto prima del 20 febbraio, Locatelli si mantiene cauto: “Difficile dirlo, sicuramente almeno da gennaio, ma sono valutazioni fatte a posteriori”. (Fonti: Ansa, Il Messaggero).
