MILANO – Secondo Cir e i suoi legali, Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, l’esposto presentanto da Fininvest sulla sentenza per il Lodo Mondadori e’ ”un tentativo pretestuoso e infondato di recuperare una situazione processuale fortemente compromessa”. Lo si legge in un comunicato.
Secondo Cir l’esposto Fininvest sulla sentenza del Lodo Mondadori ”e’ infondato nel merito poiche’ si basa su una lettura fuorviante e lacunosa della sentenza di Cassazione penale” del 2007, nascondendo che questa sentenza ”richiama la precedente Cassazione penale” del 2006 che invece ”tratta in modo piu’ approfondito la questione chiave sollevata da Fininvest, e cioe’ se per esercitare l’azione di risarcimento contro Fininvest Cir avrebbe dovuto prima agire per la revocazione della sentenza Metta”.
Fininvest, spiegano i legali Cir Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, ”sostiene che avrebbe dovuto, e non avendolo fatto avrebbe perso la sua azione risarcitoria”. Ma notano dal gruppo della famiglia De Benedetti la Cassazione penale del 2006 ”dice esattamente il contrario”.
”L’accertamento, in sede penale – afferma la Cassazione penale del 2006 secondo il passaggio citato dalla Cir – dell’uso abnorme del processo, inquinato dall’intesa corruttiva costituisce titolo della domanda risarcitoria”. E poi, ricordano ancora i legali Cir della sentenza penale, ”la domanda e la conseguente pronuncia risarcitoria (…) non possono essere condizionate alla eventuale e futura impugnazione straordinaria per revocazione e al suo esito. L’autonomia e l’eterogeneita’ delle due azioni, la cui operativita’ e i cui effetti sono relegati su piani e ambiti diversi, escludono ogni loro interferenza e le collocano ciascuna nel proprio settore, con l’unico limite di non consentire la duplicazione di esiti coincidenti sul piano risarcitorio”. Insomma secondo il gruppo De Bendetti ”la Cassazione (non citata nell’esposto Fininvest) chiaramente contrasta la tesi sostenuta nell’esposto stesso”.