MILANO, 6 MAR – Dall’inchiesta che vede indagato per corruzione il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, emerge, da quanto si e’ appreso, un giro di tangenti di oltre un milione di euro. Soldi che sarebbero stati versati in contanti tra il 2008 e il 2010, nell’ambito di una decina di accordi corruttivi, a Boni e al capo della sua segreteria Dario Ghezzi e a loro consegnati anche negli uffici della Regione. L’ipotesi degli inquirenti e’ che parte di quelle mazzette sia andata anche nell’interesse della Lega Nord.
Dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni messe a verbale da cinque/sei indagati, tra cui lo stesso Marco Paoletti, ex esponente locale della Lega, Boni e Ghezzi tra soldi promessi e versati, questa l’ipotesi degli inquirenti, avrebbero ricevuto un milione di euro dal 2008 al 2010. Denaro in contanti che, come risulta dalle conversazioni telefoniche e dagli interrogatori, il presidente del consiglio regionale e il capo della sua segreteria, non avrebbero intascato ma in qualche modo sarebbe arrivato ad esponenti locali del Carroccio, si suppone per finanziare iniziative del partito a livello territoriale. Tant’e’ che la procura di Milano sta vagliando l’ipotesi di contestare il reato di finanziamento illecito al partito. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Paolo Filippini, il denaro veniva versato dagli imprenditori per ottenere facilitazioni per la realizzazione, in particolare, di centri commerciali nell’hinterland milanese. Un sistema nel quale a fare da tramite ci sarebbe stato l’ architetto Michele Ugliola, gia’ coinvolto nell’inchiesta sul giro di mazzette a Cassano d’Adda e che avrebbe avuto rapporti con altri amministratori dei comuni della cintura di Milano ed anche con quelli di Sesto San Giovanni. Infatti alcuni atti dell’inchiesta sono stati trasmessi ai pm Walter Mapelli e Franca Macchia, che stanno indagando sul cosiddetto sistema Sesto.