
ROMA – Ha una figlia con l’amante quando è ancora sposato. Ma per la Cassazione non basta a condannarlo alla separazione con addebito perché il matrimonio era già in crisi.
E’ una sentenza (la 27730) destinata a far discutere quella pronunciata dalla Cassazione a proposito di una coppia friulana. Perché la donna tradita ha cercato senza successo di addebitare al marito infedele la separazione. Ma
La Suprema Corte ha infatti rilevato
che il rapporto matrimoniale era entrato in crisi prima che fosse iniziata la relazione extraconiugale e che la crociera ai Caraibi “non era sufficiente a dimostrare il ripristino dell’unione coniugale” in quanto da questa vacanza non potevano dedursi “elementi sufficienti a dimostrare il recupero del profilo spirituale del vincolo, in mancanza del quale la sola persistenza del legame materiale si risolveva in un simulacro di vita coniugale”.
In primo grado, il Tribunale di Udine nel 2008, aveva dichiarato la separazione della coppia su ricorso depositato dalla moglie nel 2006 – dopo 8 anni di matrimonio – e aveva inflitto l’addebito al marito per violazione dell’obbligo di fedeltà coniugale, ad avviso dei giudici di merito “conclamato dal concepimento con un’altra donna di una figlia nata” all’inizio del 2006. Il tribunale aveva riconosciuto alla moglie il diritto ad un assegno mensile di 4.500 euro.
