ROMA – Non avevano l’autorizzazione, per questo i finanzieri sono stati invitati gentilmente a uscire. Le Fiamme gialle che sono state alla sede della Bnl in Senato, a Roma, per acquisire la documentazione bancaria relativa ai conti della Margherita sono stati bloccati. Ne è nato un caso perché il mandato dei finanzieri non conteneva la richiesta di accedere negli ambienti del Senato, protetti dalle guarentigie parlamentari. La Giunta delle immunità si sta occupando della vicenda su invito del presidente Schifani che a quanto riferisce l’Ansa ha indirizzato una lettera al presidente della Giunta Marco Follini.
Ai finanzieri è stato fatto presente che occorre rispettare una specifica procedura che comporta anche l’intervento della presidenza del Senato. A quel punto le Fiamme gialle ne avrebbero preso atto e se ne sarebbero andate mentre il presidente Schifani inviava una lettera al presidente della Giunta delle immunità Marco Follini sulla vicenda. La Giunta si è riunita e al termine della riunione Follini ha detto ai giornalisti che ”la Giunta non può pronunciarsi su un caso astratto, ma risponde sul merito della documentazione presentata”. ”Se Schifani – spiega il capogruppo Pd in Giunta, Francesco Sanna – ci ha chiesto un parere teorico sull’eventualità che una richiesta del genere da parte della Gdf possa incidere su prerogative dei senatori tutelate dalla Costituzione, noi dovremmo rispondere che dipende dal documento concreto che ci dovrebbe essere presentato e che non abbiamo”.
Intanto il senatore ex Pd Lusi ha proposto ai legali della Margherita di dare in pegno le quote della società TTT, proprietaria dell’appartamento di via Monserrato, a Roma, e la villa di Genzano. L’offerta è stata presentata dal difensore dell’ex tesoriere al procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna. All’incontro ha preso parte anche il legale del partito, l’avvocato, Titta Madia. Al termine del confronto il penalista ha affermato che ”nelle prossime ore saranno impegnati i nostri esperti civilisti per capire l’esatta dimensione di quanto sarebbe messo a disposizione. Vogliamo procedere con calma”. Secondo una prima valutazione, i due immobili proposti in pegno avrebbero un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. L’accordo, in base a quanto si apprende, potrebbe essere formalizzato entro la fine di questa settimana o al massimo nei primissimi giorni della prossima. In questo modo, spiegano i legali, si potrebbe attendere la conclusione dell’indagine penale, per poi rivolgersi “eventualmente” ad un giudice civile e definire in modo definitivo la questione.