ROMA – Sette anni e 6 mesi di carcere e la confisca di beni per oltre 25 milioni di euro. Queste le richieste della Procura di Roma per Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita accusato di essersi impossessato di oltre 25 milioni dei fondi destinati al partito.
Il pm ha sollecitato una condanna a 3 anni per il commercialista Mario Montecchia e a 2 anni e due mesi per il collega Giovanni Sebastio, mentre per la segretaria Diana Ferri è stata chiesta l’assoluzione. Gli imputati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. A Lusi, inoltre, è contestato il reato calunnia ai danni di Francesco Rutelli.
La Procura di Roma ha sollecitato poi la confisca di beni per 25 milioni 579 mila euro: la cifra, secondo l’accusa, rappresenta quanto l’ex senatore avrebbe drenato a suo favore dai fondi destinati al partito. Il pm Stefano Pesci, nel corso della sua requisitoria, ha parlato di “opacità nella gestione dei conti del partito da parte di Lusi”. Il Pm, infine, ha chiesto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’ex senatore.
Il pm Pesci ha detto: “Una vicenda che ha segnato la crisi profonda della seconda Repubblica. E’ certo che siamo in presenza di illecito organizzato, pianificato e durato nel tempo. Secondo l’accusa l’ex senatore aveva “una sorta di signoria totale rispetto alla gestione delle spese della Margherita. Solo lui era a conoscenza delle singole operazioni, solo lui aveva il potere di firma, oltre a Rutelli che non se ne è mai servito”.
Secondo il pm nella gestione operativa e finanziaria del partito, i politici erano praticamente assenti così come superficiali e all’acqua di rose erano degli altri organi di controllo, a cominciare dai revisori dei conti”. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero ha ricostruito le varie fasi della vicenda nata, a suo dire, “solo grazie alla segnalazione da parte della banca agli organi di controllo di Bankitalia: gli anticorpi del partito non hanno funzionato”.
Pesci ha poi aggiunto: “Lusi ha sicuramente non rispettato la norma che impone una contabilità ordinata. Un fiume di denaro entra nella TTT srl, società riconducibile al solo Lusi e impiegata per acquistare immobili (l’attico di via Monserrato, a Roma, una villa a Genzano, e l’usufrutto di Villa Elena per conto della nipote, oltre alla ristrutturazione di case a Capistrello) e le quote della Paradiso Immobiliare. Oltre 3,6 milioni vanno nelle tasche della moglie Giovanna Petricone, che ha patteggiato, quasi 2 mln a conoscenti e amici di Lusi”.
In merito all’accusa di calunnia nei confronti di Rutelli, il pm riferendosi all’atteggiamento di Lusi, “una cosa è mentire per difendersi, altra cosa è fare chiamate di correità false e accusare persone innocenti”.