ROMA – ”La decisione del Tribunale del riesame sui due commercialisti conferma quanto ingiusto sia stato il loro coinvolgimento giudiziario e cautelare al solo fine di poter strumentalmente configurare a carico del sottoscritto un’ipotesi associativa”. Lusi nella nuova memoria difende gli ex commercialisti Montecchia e Sebastio.
Dopo aver riportato alcuni brani del provvedimento cautelare del Gip nei confronti dei due commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio che, tra l’altro, ”sono stati consulenti di altri partiti politici tra cui il Pd e l’Api”, Lusi critica anche la decisione dei magistrati di prevedere per loro l’obbligo di firma. ”Ci si deve interrogare – scrive – su come potrebbero essere concretamente e seriamente tutelate le esigenze cautelari prospettate a carico di costoro, attraverso la mera applicazione dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria”.
E ancora: ”Qualora si ritenessero fondate le esigenze cautelari esposte nell’ordinanza” come potrebbe ”la nuova misura dell’obbligo di firma disposta dal Tribunale del Riesame impedire che i due commercialisti possano proseguire nella prospettata condotta illecita in favore di altri soggetti in considerazione del fatto che la loro attivita’ professionale non si e’ svolta, non si svolge e non si svolgera’ di certo solo in favore della Margherita con la quale peraltro risulta cessato ogni rapporto professionale?”.
”Appare indubbio – insiste Lusi – come tale scelta non possa essere conseguenza di un percorso giuridico logico e coerente, ma, al contrario, risulta essere un ulteriore elemento sintomatico del fumus che si traduce in una decisione ‘obiettivamente’ ingiusta e discriminatoria”. Da qui l’ipotesi dell’ex tesoriere che il coinvolgimento dei due professionisti sia stato determinato solo dalla necessita’ di poter configurare nei suoi confronti l’ipotesi di reato associativo. ”Solo in quest’ottica – afferma – ci si puo’ dare una ragionevole e plausibile spiegazione alla scelta del Tribunale del riesame di sostituire la misura originariamente imposta (arresti domiciliari) con un’altra (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) di fatto e concretamente del tutto inefficace in quanto inutile, alla tutela delle esigenze cautelari prospettate a carico di Montecchia e Sebastio”.