MILANO – “Sono morto anche io”. Cristian, fratello gemello di Daniela Carella, ucciso a 21 anni a picconate da Mada Kabobo, non ce la fa. Non riesce a capacitarsi. Così come la mamma Lorenza e il papà Savino, che del proprio figlio ha visto l’omicidio. Sabato, quando Kabobo ha cominciato a prendere a picconate i passanti infatti, Savino c’era, era sempre con il figlio Daniele.
Attraverso il Corriere della Sera gli amici hanno quindi inviato una lettera al sindaco Giuliano Pisapia. “Anche se la rabbia serpeggia tra noi, vogliamo fermare la spirale di violenza. Per questo pensiamo che il modo migliore per farlo sia un segnale della sua Amministrazione. E cioè che la via in cui viviamo, che ora non è più la stessa, cambi nome. Via Daniele Carella“.
Prosegue la lettera. “Se nessuno merita una morte così, lui la meritava ancora meno degli altri. Vorremmo parlare con il mostro. Gli dimostreremmo che non siamo come lui. Che la vendetta non serve. Conta poco il colore della sua pelle. Conta quello che ha fatto”. Ai funerali, con il sindaco, gli amici vorrebbero i Club Dogo, la band di rapper preferita da Daniele.