Doveva ospitare il summit dei Grandi del Mondo ma poi è rimasta, all’ultimo momento, a mani vuote. Ora, a sette mesi dal G8 (9 dall’annuncio che il summit si sarebbe tenuto in Abruzzo) La Maddalena non solo non vive quel boom che le avevano promesso, ma guarda sconsolata le costruzioni fatte e mai usate.
Secondo un’inchiesta di Repubblica, infatti, per preparare il tutto sono stati investiti trecentotrenta milioni ma non è rimasto nemmeno un posto di lavoro occupato.
E le due mega opere dell’isola, quelle sorte nell’ex Arsenale e nell’ex ospedale militare, sono inutilizzate. La prima andata in gestione per 40 anni a prezzo di saldo alla Mita Resort di Emma Marcegaglia. L’altra, l’hotel cinque stelle plus, non ha nessun imprenditore disposto ad acquistarla.
Secondo quanto racconta Repubblica, il problema è che, oltre ad alcuni lavori ancora da completare, le strutture finite sono abbandonate e, quindi, fatiscenti. Nell’hotel piove, si legge nel reportage, parti di soffitti sono crollati, tubi e cavi sono a vista perché i pannelli che li contenevano sono venuti giù.
E la stessa cosa accade per l’area, nell’ex Arsenale, che doveva ospitare le riunioni del G8. Costo: 52 milioni e 100. Edifici inutilizzati e diroccati. La Repubblica racconta che in un edificio che doveva ospitare dei piccoli appartamenti un colpo di maestrale ha scoperchiato una parte del tetto.
Secondo l’inchiesta di Repubblica, l’azienda che più ci ha guadagnato dalla costruzione è la Mita Resort, società di Emma Marcegaglia (presidente di Confindustria) che vinse la gara per l’assegnazione della gestione dell’Arsenale, anche perché era l’unico concorrente. E si aggiudicò un affitto scontatissimo di 68 milioni di euro totali spalmati in 40 anni.
Ma quella della gara d’appalto per l’Arsenale, racconta Repubblica, non è l’unica storia da chiarire. Al vaglio della Guardia di Finanza anche quel finanziamento di 900 mila euro per il risanamento di due fari dell’800, mai ristrutturati.
