ROMA – Una rete di truffe internazionale quella del Madoff dei Parioli. Ora la domanda degli inquirenti è: la Banca d’Italia ha vigilato come doveva? Gli istituti di credito utilizzati dal gruppo di truffatori, soprattutto la Carispaq, per le operazioni finanziarie hanno qualche responsabilità? Ora la procura di Roma ha avviato accertamenti per far luce su questi interrogativi.
Il pm Luca Tescaroli vuole sapere per quale motivo, a fronte della movimentazione di ingenti somme di danaro da parte della ”Eim” di Gianfranco Lande, società non abilitata a raccogliere denaro di risparmiatori, non ci siano state segnalazioni dal mondo bancario, così come previsto dalle norme antiriciclaggio. Il ruolo delle Banche, dunque, ma anche quello di palazzo Koch, deputato a verificare il rispetto delle norme antiriciclaggio, sono dunque nel mirino degli inquirenti della procura capitolina.
Nel fascicolo processuale è già finita una memoria di Bankitalia in cui viene dato un giudizio negativo sull’operato di Carispaq, ma prossimamente gli uomini del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza si recheranno in via Nazionale per acquisire tutta la documentazione sul caso al centro dell’inchiesta del pm Tescaroli. Intanto, alla luce degli sviluppi delle indagini, sembra profilarsi a breve un nuovo interrogatorio per Lande, detenuto a Regina Coeli dal 24 marzo scorso, mentre si terranno quasi certamente in settimana quelli di Raffaella Raspi, compagna del cosiddetto ”Madoff dei Parioli”, e del fratello Andrea.