ROMA – La truffa ai piani alti della società romana funzionava così: la “testa”, colui che dirigeva gli investimenti, era Gianfrnco Lande, il Madoff dei Parioli. Il “braccio”, ossia colui che attirava clienti su clienti, era Giampiero Castellacci de Villanova, doppio cognome altisonante che apriva molte porte tra vip e nobili della capitale. Feste nei castelli, nei circoli esclusivi. Castellacci attirava e Lande operava gli investimenti.
Così, dal 1995 al 2010, hanno ricostruito gli inquirenti che hanno spedito in carcere per truffa sia Lande che Castellacci. Insieme ad altri 4 complici. E Castellacci, che si dice innocente e truffato a sua volta da Lande, racconta questa storia nel verbale di interrogatorio, così come viene ricostruito dal Corriere della Sera.
“La mia ricchezza era la mia clientela. Io conoscendo tanta gente su Roma, frequentando i circoli eccetera eccetera, ho delle belle conoscenze”. Il pm chiede: “Ma non sapeva che si vendevano cose strane?”, e lui si difende: “Solo nel 2010 abbiamo capito”. “Ero talmente sicuro – continua Castellacci – che c’ho messo mia madre, mio fratello, mia cognata, il medico di famiglia…Nell’ambiente era diventato un passaparola”.