Carabinieri del comando provinciale di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 32 presunti appartenenti alla cosca Cintorino che opera nella riviera Ionica, ai confini tra Calatabiano e Taormina. I reati ipotizzati, a vario titolo, dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania sono traffico di droga e estorsione. L’inchiesta si è avvalsa della collaborazione con personale investigativo e giudiziario spagnolo. Nell’ambito della stessa operazione sono previsti preventivi di beni per diversi milioni di euro
La Procura di Catania ritiene di avere «sferrato un duro colpo» al clan Cintorino che gestisce gli affari illeciti nella zona della riviera Ionica a confine tra le province etnea e di Messina. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti da carabinieri del reparto operativo di Catania e della compagnia di Giarre e da militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza del capoluogo etneo, coordinati dalla Dda della Procura della Repubblica di Catania.
Secondo l’accusa la cosca si occupava di delitti contro la persona, estorsioni sulle attività imprenditoriali e commerciali, nonchè del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare al clan sono state contestate dodici estorsioni e dalle indagini è emersa l’esistenza di un vasto traffico di droga tra Sicilia, Spagna e Colombia.
Nell’ambito della stessa operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo 26 immobili, tra terreni e fabbricati, 40 tra autocarri, autovetture e motoveicoli, 19 tra società e imprese individuali, per un valore complessivo di alcuni milioni di euro circa. Gli arresti sono stati eseguiti con il massiccio impiego di un centinaio di ufficiali, militari e mezzi aerei, di entrambe le forze di polizia delegate.
