Mafia, blitz a Palermo: nove arresti

I carabinieri di Palermo e i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria hanno eseguito nelle prime ore del mattino di lunedì 21 dicembre provvedimenti di fermo  nei confronti di nove persone. Secondo le forze dell’ordine i fermati sono capi e uomini d’onore dei mandamenti mafiosi palermitani di Resuttana e San Lorenzo. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione.

L’indagine ha fotografato i nuovi assetti organizzativi dei due mandamenti mafiosi, i cui vertici negli ultimi due anni sono stati azzerati grazie a diverse operazioni di polizia che si sono susseguite nel tempo, e ha tracciato la mappa del pizzo delle estorsioni nelle due zone della città. Gli investigatori si sono avvalsi, oltre che di intercettazioni ambientali, di tecniche di indagine tradizionali come il pedinamento.

Un apporto importante all’inchiesta è stato dato anche dalle rivelazioni di diversi collaboratori di giustizia che hanno fornito un quadro aggiornato delle attività delle cosche, facendo emergere, ancora una volta, come il racket continui ad essere uno degli affari più redditizi di Cosa nostra.

Proprio l’avvicinarsi delle festività natalizie, uno dei momenti cruciali della riscossione del pizzo da parte delle “famiglie”, ha reso necessaria l’adozione dei provvedimenti di fermo, misure caratterizzate dall’urgenza. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e dai pm della Dda Lia Sava e Francesco Del Bene.

L’inchiesta può considerarsi uno sviluppo di due precedenti attività investigative svolte dai Carabinieri e dalla Finanza tra il 2008 e il 2009 e culminate nel ritrovamento, all’interno di una villa storica di Palermo, dell’arsenale di Cosa nostra. Da quelle inchieste emerse il “ritorno in attività” dello storico boss Gaetano Fidanzati, di nuovo ai vertici del mandamento di Resuttana, a arrestato il 5 dicembre a Milano dopo una breve latitanza.

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Emiliano Condò