«Era in ambienti vicini ai servizi segreti deviati». Così, in un colloquio con i magistrati della Dia, Massimo Ciancimino aveva tirato in ballo nella trattativa tra Stato e mafia l’ex capo della polizia e direttore dei servizi Gianni de Gennaro. Ora il figlio del sindaco mafioso di Palermo Vito è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Caltanissetta con l’ipotesi di calunnia aggravata.
Le affermazioni di Ciancimino su De Gennaro risalgono almeno a tre mesi fa. Il super testimone della stagione delle bombe del ’92-’93 aveva indicato l’ex capo della polizia prima come «vicino» al signor Franco, il misterioso 007 che avrebbe preso parte alla preparazione degli attentati, per poi forse additarlo come «il signor Franco stesso». Incalzato dai magistrati, Ciancimino avrebbe in seguito scaricato questa tesi sul padre, riporando l’affermazione come una deduzione personale dell’ex sindaco.
Alle parole del testimone il capo dei servizi aveva replicato duramente prima di annunciare una querela per calunnia: «Non mi lascerò intimidire – aveva detto – da quest’ennesimo attacco mafioso, così come non mi hanno mai fermato e intimidito i ripetuti attentati alla mia vita». L’avviso di garanzia è stato consegnato a Ciancimino dalla polizia giudiziaria nella tarda serata di ieri. Gli agenti hanno bussato alla porta della sua abitazione palermitana.
*Scuola di giornalismo Luiss