Massimo Ciancimino ha inviato una lettera al prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, nella quale spiega di aver appreso dalla stampa la richiesta inviata al ministero degli Interni dal rappresentante del governo, di rimuovere il servizio di protezione di cui dispone da quasi due anni ”e certamente da me mai richiesto”, scrive il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, che chiede, ”qualora davvero non sussista alcun pericolo per me e per i miei familiari”, di revocare la scorta. ”Avevo già in proposito ricevuto da lei una nota in merito alla situazione scaturita da miei comportamenti poco consoni a chi, come me, è sottoposto a tutela – scrive Ciancimino nella missiva pubblicata da ‘Blogsicilia’ -. Mi ero anche premurato di risponderle, ammettendo le mie colpe, rassicurandola che simili comportamenti non si sarebbero ripetuti in futuro e che – cosa molto importante – mai a Palermo, che considero piu’ a rischio per la mia persona e per la mia famiglia. Nella mia citta’ non ho mai eluso il servizio di tutela”.
”Ognuno di noi continua Ciancimino – commette errori quotidianamente. Non ho mai chiesto niente: nè scorte nè sconti di pena o immunità. Forse mi confonde con qualche altro degli scortati personaggi che, per status o per non si sa quale ragione, oggi godono sia di scorte che di immunità”. ”Le chiedo solo l’assoluta certezza di aver valutato con la massima laicità e con la giusta serenità che il caso impone. Se oggi la mia vita e quella dei miei familiari non è davvero in pericolo, le comunico – conclude – di voler io stesso rinunciare a qualsiasi tipo di tutela”.