FIRENZE, 20 DIC – ''Non vedo i presupposti dal punto di vista del dinamismo criminale strategico della mafia di un divampare di strategie cosi' d'impatto, di scontro e di conflitto aperto'' come nella stagione stragista. Lo ha dichiarato Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Dda di Palermo, durante un dibattito a Livorno.
''Mi sentirei di escluderlo per quanto riguarda l' organizzazione che meglio conosco, cioe' Cosa Nostra – ha aggiunto il magistrato – Non credo che sia cosi' forte. I capi piu' importanti sono stati condannati a ergastolo e quindi in qualche modo penso che abbiano, diciamo cosi', imparato la lezione, e quindi e' meglio dedicarsi agli affari. Questo la 'ndrangheta lo ha capito da piu' tempo''.
Rispondendo a una domanda del pubblico del dibattito, Ingroia ha spiegato che ''nelle stagioni di transizione tra una situazione politica e un'altra, il sistema mafioso cerca di far sentire la sua voce e il suo peso. Ora si parla tanto di un periodo di transizione politica verso una terza repubblica. E' possibile che possa esserci la tentazione di azioni di forza per fare la voce grossa, per sedersi al tavolo di una nuova trattativa politica. Non ne vedo l'attualita, ma meglio non sottovalutare pericolo''. Il magistrato siciliano ha anche aggiunto che un altro fattore di possibile rafforzamento della criminalita' organizzata puo' derivare dalla crisi finanziaria e ''puo' agevolare il tentativo di fare leva sui giovani, motivo in piu' per tenere alta la guardia''.