Totò Riina pensa alla grazia. Secondo quanto rivela Il Corriere della Sera, il superboss del clan dei corleonesi, pluriergastolano, ha chiesto ieri al cappellano del carcere di Opera, dove è detenuto, di intercedere presso l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi affinché appoggi una sua domanda di grazia.
La notizia della richiesta è arrivata dal carcere direttamente sul tavolo di Aldo Grasso, capo dela Procura nazionale antimafia che la sta esaminando.
Finora una richiesta formale di grazia non è stata avanzata, tanto che nemmeno l’avvocato di Riina, Luca Cianferoni, sa nulla. Sarebbe quindi, quella del superboss, un’iniziativa personale che, scrive Bianconi sul Corriere, potrebbe anche celare l’ennesimo segnale inviato da Riina a chissà chi.
L’avvocato, però, avanza un’altra richiesta: attenuare le condizioni di detenzione. Il motivo? Il suo stato di salute “decadente”. Il boss ha scontato 17 anni di carcere ed è detenuto in regime di 41 bis, cioè di carcere duro.
