MESSINA – Secondo gli inquirenti avrebbero costituito un impero riciclando il denaro sporco delle cosche messinesi, in particolare il clan Sparta'. E' questa l'accusa mossa agli imprenditori Angelo e Sarino Bonaffini e ai fratelli Gaetano e Domenico Chiofalo ai quali oggi la polizia ha sequestrato beni per circa 450 mln di euro. Gli imprenditori operavano in particolare nella compravendita di pesce, nell'edilizia, nella ristorazione e nel settore alberghiero.
Gli investigatori hanno scoperto in un'intercettazione che i Bonaffini avrebbero avuto un ruolo anche nel traffico di stupefacenti, utilizzando la loro azienda ittica come paravento. Per reinvestire in attivita' lecite il denaro sporco avrebbero utilizzato alcuni prestanome.
Gli inquirenti hanno poi sottolineato che i due gruppi erano riusciti ad espandersi nel settore edilizio, grazie anche al sostegno dei clan e a legami con funzionari amministrativi e politici locali. In particolare Sarino Bonaffini, di fronte a impedimenti amministrativi ai suoi progetti, avrebbe distribuito ''mazzette'' per migliaia di euro a politici e funzionari.
''Si tratta di un'importantissima operazione – ha osservato il procuratore di Messina, Guido Lo Forte – che riesce a ristabilire le normali regole di mercato in settori dove i gruppi imprenditoriali Bonaffini e Chiofalo avevano ormai una posizione quasi monopolistica''. Anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso si e' complimentato con gli inquirenti messinesi per la brillante operazione.
