Mafia, Severino: “Serve la verità sulle stragi”

ROMA – – ”A 20 anni dalle stragi di mafia non può che condividersi l’esigenza di piena verità su quella dolorosa stagione”. Ma ”a tale debito si può assolvere solo nel rispetto delle leggi, fuori da ogni strumentalizzazione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino al question time in merito alla trattativa Stato-mafia.

A presentare l’interrogazione erano stati i deputati dell’Idv Antonio Di Pietro e Federico Palomba. Aprendo il suo intervento, il ministro ha ”rilevato che l’oggetto dell’interrogazione era formulato in maniera originariamente diversa”, perché Di Pietro ha letto un testo diverso da quello depositato. ”A 20 anni dalle stragi di mafia culminate con la morte di Falcone e Borsellino – ha premesso il Guardasigilli – non può che condividersi l’esigenza rappresentata dagli onorevoli interroganti di pervenire alla piena ed integrale verità su tutti gli aspetti di quella dolorosa stagione”.

“Appare ugualmente condivisibile la considerazione che lo Stato ha un debito verso se stesso, verso la giustizia e verso quei servitori delle istituzioni che persero la vita anche affinché il loro sacrificio non sia stato vano”, ha detto il ministro. Ma va ”chiarito – ha aggiunto – che a tale, incommensurabile debito si può assolvere solo nel rispetto delle leggi sostanziali e processuali, nonché di quelle regolamentari che disciplinano l’attività dei magistrati, fuori da ogni strumentalizzazione – di qualsiasi provenienza essa sia – che distorcerebbe soltanto quella ricerca della verità cui tutti aspiriamo”.

”Quanto alle frasi conclusive dell’interrogazione – ha detto Severino -, pur concordando pienamente con l’esigenza che la verità debba poter essere cercata ‘senza guardare in faccia nessuno’, ribadisco che, proprio in un’indagine così seria e delicata, vadano ricercate verità accertate con metodo di assoluto rigore”.

Secondo Severino ”Non appare configurabile alcuna violazioni di legge e quindi non sono attivabili iniziative” da parte del ministero.L’interpellanza – ha argomentato il ministro Severino – ”prende spunto da notizie di stampa secondo cui il Procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, avrebbe ‘rifiutato’ di assentire gli atti dei sostituti incaricati dello svolgimento delle indagini, ascrivendo a tale asserito rifiuto un possibile avviamento di iniziative ispettive”.

 

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Maria Elena Perrero