«Le questioni sulle quali si sono pronunciati i magistrati – chiarisce il sottosegretario – riguardano invece la piena ed esclusiva competenza della magistratura stessa».
Lo scorso 11 dicembre, davanti ai giudici della Corte d’appello di Palermo che stanno giudicando il senatore Marcello Dell’Utri, Giuseppe Graviano – sentito insieme al fratello Filippo – aveva lamentato uno stato di salute precario, a suo dire provocato dai rigori del 41 bis, e per questo si era avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dell’accusa sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal pentito Gaspare Spatuzza, che aveva parlato di rapporti tra il senatore e i due fratelli Graviano tirando in ballo anche il premier Silvio Berlusconi.
Ma il boss condannato all’ergastolo aveva spiegato che la decisione poteva essere rivista qualora le sue condizioni fossero migliorate, lasciando intendere che questo sarebbe dipeso dal miglioramento del regime carcerario. A tal proposito ieri 1 gennaio, Di Pietro aveva dichiarato: «Dopo il silenzio omertoso del boss e al di là delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa. La revoca dell’isolamento diurno al mafioso Graviano è un segnale inquietante che non aiuta certo la credibilità della giustizia» .