Una tragedia annunciata quella di Monia Lazzaretti, trevigiana di trentotto anni da tempo consumata da un male incurabile. Sapeva di dover morire, così come sapeva che il decorso inarrestabile del male che la tormentava avrebbe soffocato desideri, ambizioni e sogni di una coppia che ancora doveva unirsi in matrimonio. Ma ha deciso comunque di sposarsi.
Lui, Moreno Sartori, ragioniere di professione e da tre mandati consigliere comunale a Salgareda, ha vissuto in prima persona i dolori che accompagnano un percorso di coppia così difficile. E, vista la velocità con cui progrediva la malattia, ha accettato senza esitazioni, spingendo anzi per far presto. Anche Monia forse sentiva sempre più pressante l’irreparabilità del suo male e, proprio quando le sue condizioni di salute s’incrinavano sempre più, ha scelto di consacrare ufficialmente l’unione con l’uomo della sua vita.
Vista la situazione particolare, è stata concordata con il Comune di Oderzo la procedura abbreviata prevista dall’articolo 101 del Codice Civile per casi di estrema urgenza e pericolo di vita imminente di uno o entrambi gli sposi. Così venerdì pomeriggio, subito dopo pranzo, nella stanza di Monia al reparto di medicina dell’ospedale di Oderzo e alla presenza di sindaco, testimoni e segretario comunale, i due innamorati hanno finalmente potuto celebrare la loro unione come da tempo desideravano fare, anche se forse avevano immaginato circostanze meno drammatiche.
Durante il weekend le condizioni della sposa sono precipitate e la ragazza se ne è andata quattro giorni dopo, lasciando ai familiari un caloroso addio e al marito il ricordo di una promessa matrimoniale che né malattia né morte sono riuscite ad impedire.
*Scuola di giornalismo Luiss
