Manuela Bailo è stata uccisa da Fabrizio Pasini. L’ex amante l’ha uccisa e sepolta, poi dopo alcune settimane ha confessato il delitto. Pasini è stato condannato a 16 anni. La pena è diventata definitiva, visto che né l’accusa né la difesa hanno presentato il ricorso in Cassazione.
Manuela Bailo scompare il 28 luglio 2018. Quel pomeriggio manda un messaggio al suo convivente, Matteo Sandri. Sandri è il suo ex fidanzato ma i due vivono ancora insieme, anche se fanno vite separate. Poi Manuela si vede con Fabrizio, fanno un aperitivo e vanno a casa dei genitori di lui.
Poi succede qualcosa. Forse litigano. Probabilmente litigano. Di Manuela si perdono le tracce. Nei giorni successivi qualcuno manda sms dal telefono di Manuela. Secondo chi ha condotto le indagini è proprio Pasini, nel tentativo di depistare le indagini, a mandare messaggi alle persone care a Manuela. I giorni però passano e i parenti cominciano a preoccuparsi sul serio.
Pasini ad agosto parte per le vacanze in Sardegna. Il 19 agosto torna. Ad attenderlo ci sono i carabinieri. E Pasini crolla. E’ lui a portarli nella cascina di Arzanello (Cremona), dove Manuela è stata seppellita. Sempre lui fa anche ritrovare l’auto, lasciata dove i due si erano incontrati la sera del 28 luglio a Brescia.
Il 20 agosto Pasini confessa l’omicidio. Queste le parole del suo avvocato, Matteo Scapaticci: “Pasini da domenica si è reso conto di quello che ha fatto e sta mostrando pentimento. E’ consapevole della gravità della situazione”. L’uomo ha spiegato di aver litigato in casa con Manuela. “Ci siamo spinti ed è caduta dalle scale” ha detto nel corso della sua confessione.
Al termine del processo celebrato con rito abbreviato il gup di Brescia Riccardo Moreschi ha condannato a 16 anni Fabrizio Pasini. L’ex sindacalista della Uil di Brescia fu accusato di aver ucciso la sua amante Manuela Bailo, 35 anni, poi abbandonata senza vita nelle campagne cremonesi. Il pm aveva chiesto la condanna a 30 anni.
L’uomo, dopo il delitto, aveva trascorso due settimane in vacanza in Sardegna con moglie e figli. Secondo l’accusa la vittima è stata sgozzata mentre Pasini ha sempre negato sostenendo di averla spinta durante un litigio facendola cadere per le scale. L’uomo è stato condannato anche a risarcire i genitori, la sorella e il fratello di Manuela Bailo e la Uil, sindacato per il quale vittima e assassino lavoravano.
La condanna è poi diventata definitiva dopo che sia accusa sia difesa hanno rinunciato a fare ricorso in Cassazione.