Marchionne: Sei stabilimenti Fiat in Italia rischiano la chiusura

Sergio Marchionne è pronto a discutere con il governo, a dicembre, il piano per l’Italia, ma una cosa è certa e la dice con fermezza: «non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti. Non è fattibile, è fuori di ogni logica industriale», a quanto scrive Il Sole 24 Ore.

L’ad di Fiat prosegue: «Abbiamo in Italia sei stabilimenti e produciamo l’equivalente di quello che si realizza in una sola fabbrica in Brasile. Questo è fuori da ogni logica industriale, riflette una realtà che non c’è più. Siamo stati chiari nell’incontro con Berlusconi a giugno e oggi c’è poco da aggiungere».

Poi ribadisce che «c’è l’impegno della Fiat a risolvere tutti i problemi legati al riallineamento della capacità produttiva. Confermo che sono disposto a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai, sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna vedere qual è la situazione intelligente».

Sul problema degli stabilimenti, quanto detto ora da Marchionne non è esattamente quel che disse lo scorso giugno durante un incotro a Palazzo Chigi:  «La Fiat cambierà le linee produttive solo a Termini Imerese e a Pomigliano d’Arco, mentre negli altri stabilimenti sarà confermata l’attuale produzione. Inoltre la Fiat manterrà fino al 2010, a Pomigliano d’Arco, la produzione Alfa 159 berlina e Alfa 147 e gt. Successivamente sarà assegnata una nuova piattaforma con uno o più modelli».

Il piano industriale della Fiat sarà presentato il primo dicembre prossimo al ministro delle Attività Economiche Claudio Scajola e in seguito alle parti sociali. «La cosa importante – ha precisato il top manager, a margine dell’incontro presso il Centro ricerche Fiat con il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, è cercare di non difendere tutto se vogliamo tenere tutti gli stabilimenti aperti e fare tutte le cose necessarie. Ci sono richieste che non sono fattibili in un mondo che è cambiato profondamente. Non possiamo tornare a una realtà che non esiste più. Abbiamo sei stabilimenti in Italia e quello che facciamo qui è l’equivalente di quello che facciamo in una sola fabbrica in Brasile. Questo non ha nessuna logica industriale».

Sulle tensioni a Termini Imerese «confermo – ha detto Marchionne – che siamo disposti a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai, sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna confrontarsi sulla realtà industriale e vedere qual è la soluzione intelligente.

La Fiat fa auto, camion, trattori e motori. La politica industriale di sviluppo di questo Paese la fa il governo, non può essere responsabilità della Fiat. Non minaccio nessuno, sono semplicemente disposto a dare le nostre previsioni su come andrà il mercato poi spetta ad altri crederci o meno».

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lgermini