Ci scrive l’avvocato Marco Tullio Martino, legale di Luca Alessandro Longobardi

In nome e per conto del mio assistito LUCA ALESSANDRO LONGOBARDI, al fine di rettificare le false ed arbitrarie informazioni che sono state diffuse in maniera così illegale e gratuita sul suo conto ed in merito al suo arresto (leggi qui la notizia) dai principali organi di informazione e di stampa. In nessuna pagina della ordinanza di custodia cautelare che è stata emessa nei confronti del sig. Longobardi dal Gip di Roma, vi è infatti alcun minimo riferimento ad ambienti di criminalità organizzata o men che meno mafiosi. La gogna mediatica alla quale si sta gratuitamente sottoponendo il mio assistito è dunque solo frutto di inaccettabile disinformazione e di non conoscenza degli atti.

Il Longobardi, infatti – brillante manager in carriera e soggetto assolutamente incensurato che non ha mai avuto il ben che minimo problema con la giustizia – sarebbe colpevole, secondo le autorità italiane, di aver investito nella propria società (inconsapevolmente o in maniera fraudolenta lo stabilirà il processo) del danaro che sarebbe stato frutto di una bancarotta fraudolenta di cui erano principali responsabili soggetti a lui del tutto estranei e che anzi ostentavano e vantavano la propria credibilità affiancando il proprio nome su carta intestata a partners come la “Banca di Italia” e la “Agenzia delle Entrate”.

Definire pertanto il Longobardi Luca uno dei venti latitanti più pericolosi addirittura del mondo, ovvero definirlo “faccendiere della camorra del quale evidentemente si fidavano i clan per riciclare danaro sporco”, davvero azzera la credibilità di una informazione giornalistica assolutamente superficiale ed approssimativa. Peraltro, ben lontano dall’essersi sottratto volontariamente all’ordine di cattura emesso dall’Italia, si tiene a precisare che il Longobardi, che si trova in Brasile da svariati anni e nello specifico a Porto Alegre da ultimo dal 15 giugno 2010, non appena appresa la notizia dell’ordinanza emessa nei propri confronti in data 1 luglio 2010, ha provveduto immediatamente in data 4 luglio 2010 a nominare il sottoscritto procuratore recandosi presso il Consolato Italiano di Porto Alegre, dichiarando la propria residenza ed il proprio domicilio di Porto Alegre, al fine di depositare gli atti di nomina e portarli a conoscenza del giudice e del PM, esternando dunque, palesemente, ove viveva, lavorava, e coltivava i propri affetti.

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