ROMA – E’ morta martedì sera a Roma Maria Pia Fusco, giornalista de La Repubblica e sceneggiatrice di successo, aveva 77 anni, era nata a Roma l’8 luglio del 1939. La sua passione era il cinema, e di cinema è stata piena la sua vita, l’ha fatto, raccontato, ne ha frequentato i protagonisti – tra i suo amici Bernardo Bertolucci, Ken Loach, Roman Polanski – seguendo tutti i principali festival, Venezia, Cannes, Berlino, Marrakesh.
Dopo una giovinezza da ribelle (per fuggire dal padre carabiniere diceva lei) vissuta in parte a Londra, di cui le era rimasto uno splendido inglese, ha sceneggiato alcuni film erotici come Salon Kitty di Tinto Brass, collaborato alla scrittura della trilogia di Emmanuelle con la regia di Aristide Massaccesi. L’esordio nel mondo del cinema nel 1972 con Barbablù, di cui aveva firmato anche la colonna sonora, poi vennero Daniele e Maria, una storia d’amore (1973), Sturmtruppen, Orient reportage, Il maestro di violino.
Poi, quasi dalla nascita, è stata una delle firme di prestigio per raccontare il mondo del cinema a La Repubblica, con memorabili pagine, come il reportage dalla villa di Stanley Kubrick. Donna di carattere e di fascino, lascia un grande vuoto tra i colleghi nel mondo del cinema a cui si era con tanta passione sempre dedicata.
Rimasto leggendario il suo reportage dalla villa di Stanley Kubrick: Maria Pia era riuscita a entrare nella magione del più schivo dei registi grazie all’amicizia con Ken Adam, lo scenografo di Kubrick , e in un articolo pubblicato il 23 luglio del 98 non solo raccontava la casa del grande regista, le chiacchiere in cucina con i divertenti siparietti della maniacalità quasi patologica di Kubrick sul lavoro, quando il maestro elencava i codici segreti inventati per ogni film necessari a comunicare con i collaboratori più stretti “perché è bene non fidarsi”. Un pezzo magistrale, il pezzo della vita, il più organico all’idea che lei aveva del giornalismo, a partire cioè dal cinema, della sue storie e vite e non dalla scrittura astratta.
Maria Pia Fusco aveva 77 anni, lascia la figlia Camilla e due piccoli nipoti. Per come era fatta, noi colleghi non vorremmo ricordarla solo con l’amarezza del dolore. Per noi resta soprattutto la giornalista generosa che si era “adattata” anche all’era dei social pur non condividendone la superficialità , l’esperta di cinema che difendeva e sosteneva i giovani alle prime armi, la donna impegnata nelle battaglie civili. Resta la sua passione che mancherà a tutti.