
ROMA – Il telefonino, da quando è scomparsa, non l’ha più riacceso. Di Mariastella Giorlandino, architetto e imprenditrice della sanità romana, scomparsa oramai da tre giorni non ci sono ancora tracce concrete. Segnalazioni quelle sì. C’è chi racconta di averla vista a Palermo, chi a Napoli. Con un particolare inquietante: il testimone parla di una donna in evidente stato confusionale.
Il punto è che per ora di piste concrete non ce ne sono. Perché, come scrive Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera, da un lato gli investigatori pensano ad un probabile allontanamento volontario, dall’altro impiegano uomini e mezzi come si trattasse di un sequestro di persona.
Al centro delle indagini ora ci sono quei racconti di amici e parenti di Giorlandino, quelli in cui la donna raccontava di essere seguita, di sentirsi minacciata, di aver subito stalking.
Il marito dell’imprenditrice, Carlo De Martino, continua a non spiegarsi cosa sia successo:
«Quella di Stella è un’assenza inspiegabile, sono molto preoccupato perché segue le continue denunce sporte da mia moglie contro ignoti per innumerevoli episodi di stalking fisico, psicologico, mediatico e amministrativo-burocratico, sia contro di lei sia contro di me».
E che dietro le paure di Mariastella Giorlandoni ci sia qualcosa di concreto lo confermano in diversi. Scrive il Corriere:
Persecuzioni che vengono confermate anche dai collaboratori dell’imprenditrice, che rivelano danneggiamenti della sua auto, con finestrini rotti e specchietti spaccati, e un’aggressione al marito, avvenuti nelle ultime settimane. Mercoledì mattina, poche ore prima di sparire nel nulla (in serata non è rientrata a casa e il marito si è presentato dai carabinieri giovedì), Giorlandino ha partecipato a due riunioni, una in un ambulatorio a Velletri e un’altra, intorno alle 13, a Roma, in via Piave, nel quartiere Salario. «Era provata, sconvolta, ripeteva “non ce la faccio più”» , ricorda chi lavora con lei. E per chi la conosce era solo la conseguenza di uno stress continuo provocato da mesi passati a combattere contro esposti anonimi che avevano portato, nell’ottobre 2013, i vigili urbani a cercare le conferme di un presunto abuso edilizio — non riscontrato — nella sua villa da favola, con cascate d’acqua, sull’Appia Antica, poi a ispezioni nei suoi otto centri diagnostici sparsi fra Roma e provincia. E, infine, anche al rischio di un blocco dell’attività per questioni amministrative scongiurato da una sentenza del Tar.
C’è poi una pista inquietante. Quella dell’allontanamento volontario dovuto a conflitti familiari per motivi economici e di lavoro. I carabinieri lavorano anche su questa ipotesi. Perché, spiega il Corriere, in passato Giorlandoni si era assentata in “circostanze poco chiare”, ma mai per così tanto tempo:
«Ma non era il tipo da allontanarsi così, all’improvviso, anche perché ha un figlio di 12 anni. È una grande lavoratrice, molto attiva, il suo gruppo fattura 15 milioni di euro all’anno», spiegano i suoi collaboratori, anche se in passato, da quanto hanno accertato gli investigatori, la manager si sarebbe già assentata in circostanze poco chiare. Ma questa volta sarebbe diverso, al punto che la famiglia ha fatto pubblicare avvisi a pagamento sui quotidiani nazionali per lanciare un appello per ritrovare «la dottoressa Msg», come viene chiamata l’imprenditrice, «che da tempo — scrive il marito — denunciava alle autorità pesanti atti di violenza. Da anni chiedevamo aiuto, ma a quanto pare nessuno ci ha ascoltato».
