FIRENZE – Protesi acquistate per conto dell’ospedale in cambio di diverse partecipazioni in tv. E’ la storia, riportata dal Corriere della Sera, del professor Mario Dini, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva all’ospedale di Careggi di Firenze. Il primario è agli arresti domiciliari con l’accusa di aver favorito una società che vende protesi del seno.
Chi ha conosciuto di persona il professor Mario Dini, 45 anni, docente all’Università di Firenze e figlio d’arte (il padre Sergio è stato primario di anatomia patologica e proprietario di una clinica privata venduta alcuni anni fa), lo descrive come un medico eccellente, proiettato verso una carriera straordinaria, leale e rispettoso. Ma anche molto narcisista. Aspetto, quest’ultimo, che lo aveva spinto a diventare un volto noto delle tv nazionali, con apparizioni a trasmissioni Rai e Mediaset, programmi dedicati alla salute e all’estetica del corpo.
Da giovedì Mario Dini si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Firenze. Pesanti le accuse: peculato, corruzione, concussione, falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio. Il primario si è inoltre autosospeso dagli incarichi con una lettera all’Azienda sanitaria e al rettore dell’Università e si è detto convinto di poter “dimostrare all’autorità giudiziaria la totale estraneità ai fatti contestati”.
Come ricostruisce il Corriere della Sera, il professor Dini è accusato di aver favorito la Mentor Medical Italia, società del gruppo Johnson and Johnson, nella vendita di protesi al seno all’ospedale di Careggi in cambio di vantaggi personali. E tra questi, oltre che alcuni viaggi all’estero, anche apparizioni televisive che secondo i magistrati sarebbero state talvolta acquistate.
In altre parole, secondo le accuse dei pm Luca Turco e Giuseppina Mione (gli stessi delle inchieste sui grandi appalti), il chirurgo plastico avrebbe lavorato in strutture convenzionate intascando (senza pagare il Fisco) i soldi dovuti all’azienda ospedaliera di Careggi. In altri casi, poi, grazie ad alcuni prestanome (suoi collaboratori medici), il primario avrebbe lavorato in modo occulto anche in alcuni studi medici privati.
Oltre al chirurgo fiorentino, risultano indagate altre nove persone. Si tratta di informatori farmaceutici e medici. Tra questi l’ex primario di Unità spinale all’ospedale di Careggi e direttore dell’Agenzia regionale sul midollo, Sergio Aito.