KOCHI – E' stato un attacco contro pirati avvenuto nelle acque internazionali dove l'India non ha giurisdizione. Si basa su questi elementi la memoria difensiva presentata all'Alta Corte del Kerala contro la denuncia formulata dal commissariato di polizia di Neendakara sulla base dell'articolo 302 del Codice Penale Indiano per aver sparato e ucciso due pescatori a bordo del peschereccio St.Antony lo scorso 15 febbraio.
Lo sostiene The Hindu che cita alcuni estratti del ricorso presentato dall'avvocato R.Raman Pillai e che sara' discusso domani. In base alla domanda di arresto giudiziario dei due maro' formulata dal magistrato di Kollam lo scorso 20 febbraio, risulta che l'incidente e' avvenuto a 22.5 miglia nautiche al largo della costa di Trikunnam in Kerala.
In base a una legge del 1976 sulla materia, ''le acque territoriali dell'India si estendono fino a 12 miglia nautiche'' mentre tra 12 e 24 miglia nautiche si trova la ''zona contigua (''contiguous zone'') che e' oltre le acque territoriali e la giurisdizione territoriale''.
La memoria allega in particolare, un precedente caso della Corte Suprema indiana secondo la quale, per quanto riguarda le acque internazionali, ''la giurisdizione extraterritoriale si riferisce solo nel caso di cittadini indiani''.
Nel ricorso si ricorda anche che i due militari ''erano in servizio attivo per proteggere il vascello dagli attacchi di pirateria'' in base a una convenzione delle Nazioni Unite e che quindi godono di immunita' garantita dal diritto internazionale. ''Quindi possono essere solo processati da un tribunale militare in Italia'' conclude la memoria citata da The Hindu.
