Il ministro dell’Interno Roberto Maroni riceve i messaggi inviati da colleghi della magÂgioranza ma anche quelli degli esponenti dell’opposizione, sul caso del video dell’esecuzione, ed i relativi arresti: “Sulla lotta alla mafia non ci devono essere divisioni e io stesso cito sempre le iniziative positive del goverÂno precedente sul contrasto alla criminaliÂtĂ , faccio i complimenti alle forze dell’ordine anÂche per l’eccezionale coordinamento con la magistratura inquirente”, spiega Maroni al Corriere della Sera.
Però in questo fine settimana — insieÂme all’arresto dei fratelli Pasquale e SalvatoÂre Russo — Maroni ha dovuto digerire anÂche il video agghiacciante girato a Napoli: immagini terribili trasmesse in tv e pubbliÂcate sui giornali in cui si vede un killer in azione circondato dall’indifferenza dei pasÂsanti che scavalcano il cadavere: “Io, quel video non lo avrei trasmesso, l’ho visto in tv. Devo dire che ho un ottimo rapporto personale con il proÂcuratore Lepore, che considero un grandisÂsimo magistrato, ma io non condivido quelÂla sua decisione. Sul piano squisitamente tecnico-investigativo, infatti, la diffusione del video non era necessaria: bastava pubÂblicare il fotogramma che inquadrava quel soggetto perchĂ©, alla fine, la diffusione ha aiutato ma solo nel fermo immagine che viene dopo la parte truculenta. Io, dunque, avrei utilizzato il fotogramma… Comunque avrei sfruttato la foto che era nitida: e forse il soggetto si sarebbe potuto catturare menÂtre adesso c’è un latitante in piĂą. Sappiamo chi è ma è latitante”.
Pronta la risposta di Lepore a Maroni: “La scelta di diffondere il video choc con le immagini dell’omicidio, il cui killer è stato identificato ed è ora ricercato, è costata molta fatica ma è stata necessaria, c’era bisogno di quelle immagini anche forti per scuotere le coscienze”.
Lepore ringrazia Maroni delle attestazioni di stima personali che gli rivolge ma sottolinea che “un semplice fotogramma non avrebbe sortito l’effetto sperato, soprattutto per provocare uno scatto d’orgoglio dei napoletani”.
