ROMA – Si chiama Marsili, è un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare Eoliano. Si trova a 140 chilometri dalle coste siciliane e a 150 da quelle calabresi ed è il più grande vulcano d’Europa. Secondo gli esperti di tutta Italia una sua eventuale eruzione potrebbe scatenare un maremoto che colpirebbe tutta la costa tirrenica meridionale. Il vulcano, conosciuto e monitorato dai geologi nostrani, ha però fatto scatenare l’immaginario collettivo, specie dopo il terremoto in Emilia.
Tant’è che su Facebook lo scorso 29 maggio è apparso questo appello a seguito di un allarme presentato da Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. Il testo dell’allarme recita di un rischio tsunami a causa del risveglio del Marsili che potrebbe scatenare degli “eventi franosi” lungo i versanti dello stesso vulcano. Il professore però invita tutti a non farsi prendere dal panico ma piuttosto che tutti “si organizzino con un sistema di difesa dei litorali”.
Ma attenzione, il Marsili non sta eruttando e non è irrequieto. E’ certo però che sia vivo e vitale. Secondo il geologo Mario Tozzi l’attività del Marsili non è per nulla nuova, anzi. “Questo settore del Mare Nostrum è un oceano a tutti gli effetti, specialmente se si guarda l’attività vulcanica. In particolare le acque attorno alla Sicilia sono infestate da vulcani noti in tutto il mondo fino dall’antichità”. Il Marsili supererebbe in dimensioni addirittura l’Etna “con i suoi 65 km di lunghezza e gli oltre 3.000 metri di altezza, solo che giace in fondo al Mare Tirreno da oltre due milioni di anni ed è in piena attività”.
Posizione completamente diversa con quella di Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: “Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso”. Ad intimorire il presidente dell’Ingv sono le diverse emissioni idrotermali le quali stanno avvenendo a una frequenza ritenuta troppo elevata.